La Nuova Sardegna

Sassari

Serate disco abusive: chiuso il Cafè Set Beach

di Luigi Soriga
Serate disco abusive: chiuso il Cafè Set Beach

Il locale di Platamona sospeso per una settimana dopo il blitz dei vigili urbani Muresu (Silb): «È una concorrenza sleale alle discoteche che va avanti da anni»

28 luglio 2021
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SASSARI. L’aver trasformato il proprio bar per tre volte in una sorta di discoteca, è costata al Cafè Set Beach di Platamona la chiusura provvisoria per una settimana. Ieri pomeriggio i vigili urbani hanno notificato il provvedimento ai titolari del locale, che nelle notti tra venerdì e sabato avevano rimosso tavolini e divanetti per far spazio alla musica e al ballo.

Una scelta irresponsabile soprattutto in un periodo delicato come questo, dal momento che con duecento ragazzi senza mascherina, concentrati in uno spazio ristretto (anche se all’aperto), saltano tutte le precauzioni e il distanziemnto utili a contenere le varianti Delta.

Il Cafè Set aveva l’autorizzazione dello Sportello unico per le attività produttive solo per la somministrazione di alimenti e bevande, ma non per l’intrattenimento danzante, oltretutto portato avanti ben oltre l’orario consentito. A queste infrazioni reiterate si deve il provvedimento di sospensione per una settimana, ma i gestori potrebbero rischiare anche la revoca della concessione da parte del Suap.

«Queste condotte abusive – dice Piero Muresu, presidente provinciale della Silb, il sindacato dei gestori delle discoteche – le si notano solo adesso, nel periodo Covid. Ma per noi non sono affatto una novità. Sono anni che chiediamo maggiori controlli contro i bar o i ristoranti che si trasformano in locali da ballo senza aver alcuna licenza, senza pagare la Siae, l’iva al 22%, i buttafuori registrati in Prefettura. Questa è concorrenza sleale, che viviamo sulla nostra pelle da troppo tempo. Tra l’altro in questa fase delicata della pandemia avviene in maniera irresponsabile, senza rispettare le norme di contenimento». E continua: «Abbiamo presentato al Ministero un protocollo per lavorare in sicurezza, garantendo accessi limitati, con rigorose verifiche del green pass. Ma la paura e forse la consapevolezza di non aver i mezzi per effettuare i controlli all’interno delle discoteche, ha fatto sì che la politica abbia fatto la scelta più comoda: vietarci l’apertura. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: invece di mandare i ragazzi allo sbando in locali senza regole, con situazioni di pericolosi assembramenti, noi li avremmo potuti accogliere in condizioni più sicure. Ma non alle 3 di notte, come succede di solito: perché l’abusivismo dell’intrattenimento notturno ci consegna solo giovani squattrinati e sballati, che hanno bevuto per tre ore e approdano in discoteche in condizioni psicofisiche preoccupanti».

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