La Nuova Sardegna

Sassari

Bonorva ha ricordato Antonio Sanna, gigante della lingua sarda

Bonorva ha ricordato Antonio Sanna, gigante della lingua sarda

BONORVA. L’amministrazione comunale e l’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, in collaborazione con la Pro Loco, hanno organizzato una giornata-tributo in memoria di Antonio Sanna, illustre...

07 agosto 2021
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BONORVA. L’amministrazione comunale e l’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, in collaborazione con la Pro Loco, hanno organizzato una giornata-tributo in memoria di Antonio Sanna, illustre intellettuale bonorvese.

I numerosi aspetti personali e culturali che hanno contraddistinto la sua figura sono stati ricordati dai relatori che, coordinati da Lucia Sechi, ne hanno rivisitato la carriera di studioso e la qualità eccelsa di intellettuale innamorato della sua terra d’origine, culla di una variante tra le più espressive di una lingua, quella sarda, alla quale era riuscito a restituire valore accademico. Il sindaco Massimo D’Agostino ha reso il giusto riconoscimento a un personaggio che ha rappresentato “la bonorvesità più autentica”. Dopo la proiezione di un documentario di Giovanna Ruggiu, sono intervenuti Attilio Mastino, che ha sottolineato quanto Bonorva, considerata da Giovanni Spano la Siena di Sardegna, abbia giocato un ruolo fondamentale nella sua formazione. Per Michele Pinna, direttore scientifico dell’Istituto Bellieni, Sanna ha avuto il grande merito di restituire dignità agli studi accademici del sardo. Leopoldo Ortu, suo ex collega, ha parlato dell’impegno nella ricerca storica. Maurizio Virdis, docente di Linguistica sarda nell’Ateneo cagliaritano, ha ricordato che Sannaallo studio del puro glottologo affiancava una visione più ampia della lingua. La figlia Nicoletta ha osservato che la lingua sarda per lui rappresentava un patrimonio culturale dal carattere pluralistico. L’altra figlia Francesca ha chiarito gli aspetti sul titolo di Mahatma ricevuto in India durante gli anni di prigionia.

Un insieme di testimonianze dalle quali è emersa la figura di un “gigante” che, come ha ricordato la presidente dell’Istituto Bellieni, Maria Doloretta Lai, era votato «a portare dentro le massime istituzioni scientifiche quanto già nasceva dentro il suo cuore».

Emidio Muroni

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