La Nuova Sardegna

Sassari

«Non fiori, ma un parco giochi»

di Mario Bonu
«Non fiori, ma un parco giochi»

Osilo. La famiglia del barista Giovannico Marongiu, scomparso a 87 anni, chiede donazioni “speciali”

20 agosto 2021
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OSILO . “Non fiori ma opere di bene”, recita la formula di rito, quando i familiari del defunto invitano a destinare le concrete manifestazioni di solidarietà, ad azioni utili alla collettività. E di norma, la scelta di quelle azioni è lasciata alla discrezione di chi dona. Non nel caso dei familiari di Giovannico Marongiu, scomparso l’altro ieri all’età di 87 anni, che invece hanno indicato con precisione l’opera cui vorrebbero che si contribuisse: un’area giochi per i bambini di Osilo.

«Ci siamo confrontate con il sindaco Giovanni Ligios – dice Lidia, una delle due figlie di Giovannico Marongiu – chiedendo quale potesse essere la destinazione di eventuali donazioni, e ci è stato detto che i contributi sarebbero potuti andare al completamento del parco giochi di piazza San Valentino e del giardino delle scuole».

Indicazione che Caterina, la moglie, insieme con Vannalucia e Lidia, le figlie di Giovanni Marongiu, hanno accolto subito, «anche perché – aggiunge Lidia – nostro padre è sempre stato molto legato ai bambini, sia per via della sua attività, la gestione del bar di fronte al campo sportivo, sia per la sua passione per il Malaspina». Il contatto per le donazioni è l’agenzia Eden di Osilo.

Giovannico Marongiu era nato a Osilo nel 1944. Nel 1963 si era sposato con Caterina Pintus, con cui era emigrato a Torino, per andare a lavorare alla Fiat. E nel Torinese – a Rivoli – erano nate le figlie, Vannalucia nel 1969 e Lidia nel 1972. Nel 1974 era tornato a Osilo per aprire quel bar-tabacchi che poi ha gestito in prima persona con la moglie fino al 2001. Un bar che da subito si era caratterizzato per la sua impostazione innovativa, dove i coniugi Marongiu avevano importato le novità conosciute nella grande città. «Per la prima volta – ricorda Lidia – in un bar di Osilo potevano entrare donne, bambini, famiglie, e non solo uomini, come era stato fino ad allora. I nostri genitori hanno proposto per la prima volta la cioccolata calda, i toast, i tramezzini, in un tempo in cui al bar si beveva soltanto».

Ma il bar diventò da subito anche punto di riferimento degli atleti e dei tifosi del Malaspina, oltre che dei comitati delle feste, dei pastori che nella zona versano il latte, dei clienti ordinari. Dopo 27 anni di gestione diretta, nel 2001, l’attività era stata ceduta in gestione, e poi venduta lo scorso anno. Ma Giovannico e Caterina hanno sempre continuato a vivere a Osilo.

Non così le figlie, che hanno dovuto seguire le orme dei genitori nella migrazione. Vannalucia, economista, a Londra da vent’anni, è dirigente del ministero del Lavoro e delle pensioni del Regno Unito, Lidia lavora dal 1999 nel campo del marketing e della comunicazione, è founder e Ceo (Chief executive office) della società “Happy Minds”, con sede a Ravenna, «che riserva un occhio particolare alla felicità», conclude lei stessa. Col che si spiega anche l’invito a donare per i giochi dei bambini.

«Un gesto particolarmente apprezzato dall’amministrazione comunale – dice il sindaco Giovanni Ligios – che si spera possa costituire un esempio anche per altri».

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