La Nuova Sardegna

Sassari

A 90 anni addio Tzizzu, il “Re” della fainè

A 90 anni addio Tzizzu, il “Re” della fainè

Originario di Dorgali, nel 1943 aveva aperto il forno in via Usai, un appuntamento fisso per i sassaresi

17 settembre 2021
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SASSARI. Sassari perde il “Re” della fainè. L’altro ieri a 90 anni è scomparso Francesco “Tzizzu” Pira, un nome che è sinonimo del piatto più amato dai sassaresi, che ha fatto gustare a generazioni di clienti del suo forno di via Usai.

Non era di Sassari, ma di Dorgali, però in città ha messo radici così solide da farlo diventare un vero sassarese. Nella sua nuova patria che lo aveva accolto con l’accoglienza di cui sono capaci qui, dopo aver preso le misure dello “straniero”, approdò nel 1943. E con il fratello Valentino riuscì in una scommessa non facile: cioè non far rimpiangere i predecessori genovesi, le famiglie di fornai Ottonello e Pelle che avevano portato dalla Liguria la farinata di ceci.

Un successo di cui è sempre stato orgoglioso, la bontà della sua fainè era senza discussione. Tre anni fa aveva raccontato alla Nuova Sardegna che « fare la fainè è un’ arte» e aveva ringraziato la madre, pasticcera sopraffina, per aver imparato da lei la preparazione degli impasti.

Però non ha mai voluto rivelare il segreto dello squisito gusto della sua fainè, se non avvertire che «anche se viene realizzato con una materia prima povera, bisogna saper dosare a puntino acqua, olio e sale».

Ingredienti della tradizione ma anche novità hanno distinto il profumato contenuto delle teglie di rame che infornava a raffica. Ha sempre rivendicato, Tzizzu, di essere stato proprio lui con il fratello a inventare quella con la salsiccia: prima si preparava esclusivamente semplice o con la cipolla.

Grande e instancabile lavoratore, era anche poeta. «Scriveva di continuo poesie e una di queste è riportata in una targa nella piazza del Comune di Dorgali – racconta commossa la figlia Monica che lo piange insieme con i tre fratelli –. Non aveva fatto studi nelle scuole superiori, ma era un uomo di grande cultura, che leggeva e si informava di tutto e con grande passione».

«Ed era anche uno sportivo – prosegue Monica Pira – : fino a qualche anno fa andava ancora a correre allo stadio, e in gioventù amava correre in bici. Ci lascia una grande eredità perché era un uomo speciale: intelligente, amabile, benvoluto da tutti».

I funerali di Francesco Pira si svolgeranno la prossima settimana, dopo la cremazione della salma.

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