La Nuova Sardegna

Sassari

Posto fisso di polizia il caso finisce a Roma

di Gavino Masia
Posto fisso di polizia il caso finisce a Roma

Dossier al ministero dell’Interno dopo le proteste per l’ assenza di organico Pala (Siulp): «Ufficio di rilevanza strategica non soltanto per la Sardegna»

17 settembre 2021
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PORTO TORRES. Il dossier che evidenzia la grave carenza di organico nel Posto fisso di polizia di Porto Torres è ora all’attenzione del ministro dell’Interno – Dipartimento di pubblica sicurezza - con la firma del segretario nazionale Siulp Fabio Lauri. Il caso specifico era stato sollevato nei giorni scorsi dal segretario provinciale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia, Massimiliano Pala, che ha posto in evidenza come il mancato avvicendamento del personale cessato dal servizio per quiescenza, o trasferimento ad altra sede, ha fatto sì che nel Posto fisso di Polizia turritano prestino servizio solamente 12 poliziotti, compreso il comandante. «Il progressivo decremento degli organici della polizia di Stato si sta concretizzando sul territorio in sconvenienti chiusure di uffici di Pubblica sicurezza recepite come una vera e propria resa – scrive Lauri – e uno dei presidi di legalità che sembrerebbe correre il rischio di soppressione per inedia potrebbe essere il Posto di polizia di Porto Torres, ufficio di rilevanza strategica, non solo per la Sardegna».

Il segretario nazionale ricorda inoltre che il personale riveste all’interno del porto il ruolo di Autorità e con competenze nei più svariati settori: dai sinistri stradali agli interventi nell’ambito delle motonavi. Oltre ad occuparsi della prevenzione e della repressione di reati, della ricezione delle denunce, delle querele e opera per delega dell’autorità giudiziaria. E presidia la Commissione di sicurezza portuale e vigila sulla corretta fruizione del porto. «Ciononostante – aggiunge il segretario Siulp -, le condizioni logistiche in cui lavorano i colleghi, complici le incombenze aggiuntive della pandemia, sono a dir poco imbarazzanti. Gli operatori di polizia sono costretti a procedere alle verifiche in banchina nelle condizioni più disagiate non potendo avvalersi del ben che minimo riparo. Non è stata infatti predisposta neanche una semplice pensilina. Non solo: la locale questura, sebbene sia ufficio principale, non è riuscita a fornire neppure un’auto specializzata per il controllo del territorio».

Lauri rileva una sensazione di abbandono del Posto fisso di polizia anche dalla manutenzione dei locali: «Si nota la mancanza delle più elementari norme che regolamentano la salubrità e la sicurezza sui posti di lavoro, soprattutto nei locali del Corpo di guardia. Di fatto la situazione si presenta come si fosse sull’orlo della resa al punto che la carenza di personale, in talune circostanze, rischia di non poter assicurare nemmeno la presenza della polizia di Stato quando attraccano le navi provenienti dai maggiori porti italiani ed europei come Barcellona, Tolone, Genova, Civitavecchia o Livorno». Il segretario chiede quindi un immediato intervento del ministro, «con scelte che possano determinare un organico del Posto fisso di Polizia adeguato alle crescenti esigenze di sicurezza per la collettività e per i poliziotti che in questo momento sono costretti ad operare in una condizione di forte disagio».

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