La Nuova Sardegna

Sassari

«Dehors, è mancato il coraggio»

di Giovanni Bua
«Dehors, è mancato il coraggio»

Il presidente di Confcommercio Canu critica il nuovo regolamento: testo vecchio e “difensivo”

18 settembre 2021
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SASSARI. «Il regolamento sull’occupazione del suolo pubblico approvato in consiglio comunale? È stato come sedersi a tavola in un ristorante di lusso e doversi alzare prima dell’antipasto». Non nasconde la sua delusione il presidente di Confcommercio Pier Giuseppe Canu per il testo licenziato in aula lo scorso giovedì e duramente criticato dall’opposizione. E rimette sul tavolo i temi caldi dello scontro, che secondo lui rendono il lavoro, durato mesi, «una enorme occasione sprecata. E soprattutto un testo “difensivo”, poco coraggioso. Che, invece di affiancare i commercianti, che di coraggio per investire in questo periodo ne devono avere davvero parecchio, finisce per trattarli come una fastidiosa controparte. Mettendo in piedi questa ingenerosa idea che si vogliano approfittare della cosa di tutti».

A mitigare la delusione non basta nemmeno uno dei punti più innovativi del testo di 21 articoli approvato a maggioranza in consiglio, l’apertura della possibilità di utilizzare il suolo pubblico anche alle attività commerciali e artigianali. «Una delle nostre richieste recepite – spiega Canu – che però rischia di essere solo una promessa. Il regolamento non prevede infatti soluzioni alternative per chi lo spazio davanti alla sua attività non ce l’ha, come la maggior parte di quelle nella città murata, che sono quelle che hanno più bisogno di aiuto».

Dura poi la critica all’ormai famigerato articolo 12, quello che prevede un passaggio preliminare in giunta di ogni nuova richiesta. «Non entro nel merito politico della scelta – attacca Canu – anche se ha tutta l’aria di una dimostrazione di scarsa fiducia nei propri uffici, critico invece l’appesantimento del procedimento, che poteva essere evitato inserendo il “passaggio” in giunta nella gestione interna della pratica e non nel momento finale. Una questione procedurale che non aveva bisogno di entrare nel regolamento. Con tutte le concessioni in scadenza a gennaio mi chiedo inoltre se la giunta sia in grado di prendere visione di tutte le pratiche che arriveranno. Vedremo».

Poco convincente anche la parte relativa alle fideiussioni: «Troppo alte – spiega il presidente di Confcommercio – e anche in questo caso studiate con un approccio difensivo, se non punitivo». E poi l’altro punto forte di scontro, la necessità di un accordo preventivo con la Saba per chi vuole occupare i posteggi blu. «Dire che non si vogliono scaricare i costi del singolo sulla collettività è una inesattezza, anche perché la collettività non ha deciso che quel posto diventasse un posteggio a pagamento. La cosa che mi preoccupa davvero però è che la Saba non è tenuta a dare risposte, né a motivare i suoi eventuali dinieghi. Un imprenditore si potrebbe trovare nella paradossale situazione di avere tutte le carte in regola e di non potere andare avanti perché una società privata ha deciso così».

Infine il punto che per Canu è il più dolente: «Il regolamento non parla di borgate, di aree vicino al mare, di turismo. Mette tutti sullo stesso piano senza immaginare niente per rilanciare il nostro patrimonio costiero, aiutare la nostra vocazione all’accoglienza che non può essere messa da parte. Basta guardare il successo di Porto Ferro per capire cosa si potrebbe fare. Ma purtroppo è mancato il coraggio anche solo di immaginare».

Risultato? «Abbiamo parlato tanto, e questa si pensava fosse la novità, ma alla fine ci hanno ascoltato ben poco. Il mondo è cambiato e noi potevamo cambiare con lui. Abbiamo preferito chiuderci in difesa con un testo, a esser buoni, antico. Davvero un peccato».

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