La Nuova Sardegna

Sassari

Non truffò la Regione: a Sassari assolto un neurologo

Nadia Cossu
Non truffò la Regione: a Sassari assolto un neurologo

Era accusato di essersi fatto pagare a titolo privato una prestazione pubblica. Accolta la tesi del suo avvocato: il paziente non informò correttamente il medico

25 settembre 2021
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SASSARI. Era accusato di aver truffato la Regione per aver prima visitato un paziente che doveva rinnovare la patente (affetto da una grave patologia neurologica) nel suo ambulatorio privato «ricevendo 150 euro quale corrispettivo della visita senza rilasciare ricevuta» scriveva il pm. E in seguito lo avrebbe invitato ad andare nell’ambulatorio della Asl di Sassari (ex Inam di via Tempio) «dove veniva nuovamente sottoposto a visita e dove l’imputato gli rilasciava un certificato con diagnosi della patologia sofferta recante la sua firma e il timbro dell’Asl Sassari, così, di fatto, percependo 150 euro nonostante per la grave patologia del paziente sia prevista l’esenzione dal pagamento di alcun contributo».

Al termine del processo il giudice, accogliendo la tesi dell’avvocato difensore Stefano Porcu, ha assolto lo specialista da tutte le accuse. Il medico, infatti, solo a visita conclusa sarebbe stato informato dal fratello del paziente che il certificato serviva per il rinnovo della patente e quindi che quello appena rilasciato da lui, essendo un privato, non andava bene. Per questo lo aveva convocato dopo qualche giorno nell’ambulatorio pubblico. Dove, a fronte di una seconda visita, aveva rilasciato il certificato corretto senza chiedere alcun corrispettivo.

I fatti risalgono al 2015 quando un 58enne si presenta alla guardia di finanza per sporgere denuncia contro il medico. Racconta di aver accompagnato il proprio fratello invalido da un neurologo perché gli serviva un certificato medico. In seguito alla visita avrebbe consegnato 150 euro al dottore. Lo stesso avrebbe poi chiesto all’uomo di andare dopo 4 giorni nel poliambulatorio Asl di via Tempio per ritirare il certificato. In quell’occasione il medico avrebbe visitato di nuovo il paziente e successivamente gli avrebbe consegnato il certificato con la diagnosi della malattia. «Il luogo dove è avvenuta la visita – si legge nella denuncia – quale sede del poliambulatorio, e il timbro della Regione Sardegna inducono a ritenere che il dottore ha eseguito una prestazione sanitaria nei confronti di mio fratello nell’ambito delle funzioni pubbliche rese alla collettività dall’Asl, pur avendo percepito 150 euro in un ambulatorio privato».

Ma la versione della difesa in aula è stata molto diversa. Il medico avrebbe infatti spiegato di essere assolutamente ignaro del fatto che l’obiettivo della visita fosse ottenere quel tipo di certificato e di averlo appreso in seguito dal fratello. Quest’ultimo gli avrebbe infatti detto solo dopo che aveva necessità di un certificato che riportasse il timbro dell’Asl e non quello di uno studio privato. Per questo lo specialista gli aveva dato un nuovo appuntamento in via Tempio dove lo aveva visitato una seconda volta rilasciandogli il documento senza chiedere alcun corrispettivo. Nessuna truffa quindi. Tesi condivisa dal giudice che ha assolto l’imputato.

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