La Nuova Sardegna

Sassari

Sanità, protesta a Cagliari per il Segni

Sanità, protesta a Cagliari per il Segni

A manifestare nel capoluogo anche il comitato “Salviamo l’ospedale di Ozieri”

29 settembre 2021
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OZIERI. C’era anche il comitato “Salviamo l’Ospedale di Ozieri” alla grande manifestazione popolare di venerdì scorso a Cagliari, con gruppi spontanei di cittadini da tutta la Sardegna. È stata l’ennesima occasione per ribadire e urlare a gran voce il disagio che il territorio, ormai da troppi anni, sta vivendo a causa dello smantellamento sistematico della storica struttura ospedaliera. In un comunicato diffuso a seguito dell’evento, il comitato nato undici anni fa per contrastare la paventata chiusura di tre dei nove reparti storici del “Segni”, è duro e impietoso e attacca frontalmente le scelte dell’ultima riforma Arru/Pigliaru che avrebbe «letteralmente scippato oltre 40 posti letto in discipline base per darli in dono allo sceicco del Qatar in un ospedale privato che avrebbe dovuto avere »reparti di Alta Specializzazione e non presenti in Sardegna, per sopperire ai cosiddetti viaggi della speranza e invece oggi lavora con Chirugia, Ortopedia, Ginecologia, Laboratorio Analisi».

I reparti sopravvissuti ai tagli e i ridimensionamenti avvenuti in questi anni faticano ormai ad andare avanti in modo organico e strutturato e tra assenza di primari, presenza di “facente funzioni” e la fuga di medici dai piccoli presidi poiché passa il messaggio che resteranno in piedi solo le grandi strutture, ci sono grosse difficoltà che solo l’abnegazione di chi è rimasto, a volte, possono essere superate. «Al termine della manifestazione, la Rete Sarda – di cui fa parte anche il comitato ozierese – ha deciso di non partecipare in delegazione all’incontro con i capogruppo, Commissione Sanità e l’assessore Nieddu – si legge nella nota -. Lo abbiamo già fatto diverse volte ed è palese che si tratta di operazioni di facciata da parte di chi governa: non c’è alcuna intenzione di mettere in discussione decisioni già prese, e non sempre in maniera trasparente, nonostante le dichiarazioni pubbliche di “condivisione delle riforme con i territori”: è oramai chiaro che la prossima riforma preveda 8 Asl, con poltrone politiche per i direttori e apparati burocratici ma senza un equo numero di medici ed infermieri». A sottolineare la situazione difficile che il territorio sta vivendo ci si sono messe anche molte famiglie di Tula e di Ozieri rimaste da un giorno all’altro senza pediatra. Nessuno ha avvisato i pazienti e tanti hanno scoperto sui social o per voci riportate che la dottoressa che seguiva i propri figli era stata trasferita senza un sostituto.

Francesco Squintu

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