La Nuova Sardegna

Sassari

La rivoluzione che rischia di creare nuovi muri

di Giovanni Bua
La rivoluzione che rischia di creare nuovi muri

Lo Spid è obbligatorio per i rapporti con la PA ma il “caso mensa” dimostra che la città non è pronta

02 ottobre 2021
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SASSARI. Se il buongiorno si vede dal mattino la giornata si annuncia pesante. Da ieri infatti è ufficiale il grande «switch» nei servizi della Pubblica Amministrazione. Fisco, Inps, Inail, Amministrazioni Pubbliche, Comuni sopra i 5.000 abitanti. Come previsto dal decreto «semplificazione e innovazioni digitali» del luglio 2020 poi convertito in legge a settembre si potrà avere accesso ai servizi pubblici on line solo attraverso Spid ((Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta d'identità elettronica) o la Cns (Carta nazionale dei servizi).

Lo «switch» era già annunciato da tempo e di fatto già applicato da Palazzo Ducale in tutta una serie di incombenze, come appunto quella dell’iscrizione dei bimbi alla mensa o ai trasporti scolastici, ma anche al Bando Servizio Civile, alla mobilità per gli alloghi Erp, alle iscrizioni per nidi, materne ed elementari. Tutto quello che riguarda il rapporto con il pubblico insomma.

Molti speravano in un ripensamento, ma la moratoria per pin e altri identificativi creati ad hoc dalle singole amministrazioni (la più famosa Fisconline creata dall'Agenzia delle Entrate, ma anche il portale dell’Inps) non è stata prorogata. E da ieri si fa sul serio. O si ha lo Spid o interagire con le diverse pubbliche amministrazioni sarà impossibile.

Una vera rivoluzione che finirà per rivelarsi un vantaggio in termini di comodità per il cittadino e, al tempo stesso, per le amministrazioni che non dovranno più farsi carico di gestire sistemi di rilascio e gestione delle credenziali di accesso, risparmiando tempo e risorse. E, tornando al “caso mensa” a gestire in maniera più puntuale e agile i pagamenti, e ridurre l’incredibile montagna di morosità (otre 1 milione di euro da 7mila posizioni debitorie relative al servizio di mensa scolastica per gli anni dal 2015 al 2019).

Il problema è che a non avere risposto presente è stata la cittadinanza. Che non ha controllato gli avvisi del Comune (pubblicati anche sul giornale) e, in buona parte, non si è ancora dotata di spid. Una mancanza, a cui bisognerà trovare modi di mettere riparo, per non trasformare la rivoluzione in una ghettizzazione. E l’avvicinamento della Pa alla cittadinanza in una insanabile frattura.

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