La Nuova Sardegna

SASSARI. Ma quali sono i principali motivi che spingono le persone a non vaccinarsi e a scegliere invece di sottoporsi a un tampone antigenico ogni 48 ore? A rispondere a questa domanda con malcelato fastidio sono alcuni cittadini – pochi e con pretesa assoluta di anonimato – intercettati davanti alle farmacie cittadine prima o dopo aver fatto il test antigenico. Sono le loro perplessità che dovranno con pazienza smontare i farmacisti e in generale gli operatori sanitari. «Per quanto mi riguarda – dice un tipo che ha passato di sicuro il mezzo secolo – ciò che più mi lascia perplesso è che questi vaccini siano stati immessi sul mercato in maniera troppo veloce, cioè in pochi mesi, quando si sa, perché lo dicevano gli stessi virologi, che per rendere disponibile un vaccino ci vogliono svariati anni. Non va bene così, io non mi presto a fare da cavia e trovo scandaloso che per andare al lavoro debba avere il green pass».

La diffidenza nei confronti delle case farmaceutiche è forte e a volte fa leva sul Dna. «Non mi fido – dice una donna sulla trentina – mi risulta che quelli che chiamate (sic) vaccini siano in realtà terapie genetiche sperimentali». (and.mass.)