La Nuova Sardegna

Sassari

«San Gavino rione dimenticato»

di Gavino Masia
«San Gavino rione dimenticato»

Le lamentele dei residenti: strade dissestate, marciapiedi trappola e due campetti sportivi chiusi

02 novembre 2021
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PORTO TORRES. Il nostro viaggio nei quartieri di Porto Torres ci porta nello storico rione di San Gavino che nasce e si sviluppa a poca distanza dal compendio monumentale di Monte Agellu. Un luogo dove i cristiani del tempo di Diocleziano seppellirono i corpi dei Martiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario e – molto tempo dopo durante il Giudicato di Torres - edificarono una Basilica per il culto della loro memoria.

Nonostante l’importanza che questo luogo riveste per la storia di Porto Torres, con la presenza del più importante monumento romanico della Sardegna, i residenti lamentano che il quartiere è in uno stato di abbandono. «Da sempre questa zona antica della città ha goduto di poca attenzione da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute – racconta il pensionato Angelo Dedola, ex capo turno Eni – e la prima immagine delle criticità presenti sono le condizioni a dir poco disastrose delle strade: le porte di accesso al rione come le vie Stintino e Rossini, per esempio, sono poco curate nonostante le due arterie portino alla Basilica e all’area archeologica che comprende anche il Ponte Romano. Come se non bastasse, fanno da brutto biglietto da visita agli ospiti i ruderi dell’ex oleificio di proprietà della Gaslini».

Di questi resti di archeologia industriale si è parlato anche in svariati incontri di quartiere, durante la precedente amministrazione, ma non è stato fatto niente per dare un volto migliore al quartiere. «Gli incontri sono stati sicuramente più utili agli amministratori per tenere a “bagnomaria” i cittadini per le tornate elettorali – aggiunge Dedola – e la conferma arriva da quella piazza davanti alla stazione, priva da anni di illuminazione, bella spaziosa ma con aiuole sconnesse e diventate nel tempo “semenzaio” di deiezioni canine, come fosse una piazza a quattro zampe».

Sulla stazione ferroviaria gli utenti chiamano invece in causa i dirigenti di Rete ferroviaria italiana: sala d’attesa sporca, niente cestini, bagni chiusi a lucchetto e niente acqua corrente. «Sullo scarso decoro di piazza Marconi e dell’area della Basilica sono particolarmente deluso da questa amministrazione – sottolinea il pensionato Nando Muroni, ex impiegato tecnico Eni –, che ha al suo interno una forza politica che ho sempre votato, perché di quello che avevano annunciato in precedenza niente è stato ancora fatto: lo storico muraglione sta perdendo pezzi, gli alberi aspettano da tempo di essere potati (nelle giornate ventose oscillano pericolosamente) e nel patio di fronte alla Basilica, dove c’è la colonna, non esiste un cestino per i rifiuti. La casetta del parco era stata costruita per il custode, ora al suo interno ci sono ragazzi senza titolo».

Il problema della viabilità a causa di strade ridotte a tratturi di campagna è segnalata anche dagli altri residenti: «La segnaletica stradale è infatti praticamente assente in tutti gli incroci, soprattutto nei pressi degli istituti scolastici, se si esclude quella posizionata di fronte agli ingressi delle scuole stesse. Degrado e incuria regnano inoltre nei marciapiedi, spesso dissestati, che rappresentano vere trappole per i tanti anziani che risiedono nel rione di San Gavino. Ci sono infine i due campetti sportivi che sono stati costruiti all’interno delle scuole medie: sono stati trascurati nel tempo, ma basterebbe poca manutenzione per riqualificarli e farli ritornare fruibili. In modo che ritornino ad essere dei punti di ritrovo per i ragazzi, che sino a qualche anni fa trascorrevano le lunghe giornate estive in piena sicurezza».

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