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Residenze socio-sanitarie, nasce un’associazione
A Bonorva la prima assemblea dell’Arsa. Tra i promotori dell’iniziativa il sindaco Massimo D’agostino
25 novembre 2021
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BONORVA. Nei giorni corsi è stata costituita, per la prima volta in Sardegna, l’Arsa, l’Associazione residenze socio sanitarie e assistenziali Sardegna. Tra i promotori dell’iniziativa il sindaco Massimo D’Agostino, che rappresentava la Cooperativa Croce Sarda che gestisce la locale comunità per anziani ed ha accolto, in assemblea nel salone Tisel, oltre trenta gestori e rappresentanti legali di Comunità alloggio, strutture residenziali socio-sanitarie e assistenziali e Comunità integrate del Nord Sardegna che, per la prima volta, in un contesto comune, hanno colto l’opportunità di discutere e fare proposte concrete sulle numerose difficoltà e problematiche che affliggono le strutture da loro rappresentate ed hanno deciso di riunirsi in associazione di categoria. È nata così una nuova associazione ed è stato eletto il primo direttivo che sarà presieduto da Nicoletta Palmas, coadiuvata da Massimo D’Agostino, Raffaele Pitzolu, Lorenzo Cattina, Antonio Corda, Gianni Cannas, Pier Giorgio Etzis, Luca Bresci e Francesco Soma.
Si tratta di una novità assoluta nel campo dell’assistenza che aiuterà le numerose aziende che operano in un settore molto importante, delicato e di grande valore civile e morale, dovrebbe consentire un maggiore e più corretto interscambio d’informazioni e dare voce a tante imprese che, fino ad oggi, sono rimaste senza rappresentanza. È stata anche l’occasione per mettere in evidenza le problematiche del comparto che vedono molto spesso le strutture operare affannosamente a causa delle strette maglie della burocrazia regionale e che la pandemia ancora in atto ha messo a durissima prova. Proprio dalle difficoltà emerse in questo periodo, che ha gravemente penalizzato gli operatori nella conduzione delle proprie strutture, è nata la volontà di aprirsi a un dialogo e a un confronto sulla gestione delle crisi aziendali che molto spesso hanno portato anche alle prolungate e ripetute quarantene.
Tante criticità che hanno evidenziato le difficoltà incontrate nel particolare e delicato servizio pubblico reso dalle strutture alla collettività che al proprio interno ospita le frange più deboli e sensibili della popolazione. Da questa considerazione nasce un giustificato disagio e la richiesta di maggiore attenzione da parte della Regione per l’opera delle strutture e di un adeguamento dei parametri per le integrazioni degli ospiti diversamente abili. Emidio Muroni
Si tratta di una novità assoluta nel campo dell’assistenza che aiuterà le numerose aziende che operano in un settore molto importante, delicato e di grande valore civile e morale, dovrebbe consentire un maggiore e più corretto interscambio d’informazioni e dare voce a tante imprese che, fino ad oggi, sono rimaste senza rappresentanza. È stata anche l’occasione per mettere in evidenza le problematiche del comparto che vedono molto spesso le strutture operare affannosamente a causa delle strette maglie della burocrazia regionale e che la pandemia ancora in atto ha messo a durissima prova. Proprio dalle difficoltà emerse in questo periodo, che ha gravemente penalizzato gli operatori nella conduzione delle proprie strutture, è nata la volontà di aprirsi a un dialogo e a un confronto sulla gestione delle crisi aziendali che molto spesso hanno portato anche alle prolungate e ripetute quarantene.
Tante criticità che hanno evidenziato le difficoltà incontrate nel particolare e delicato servizio pubblico reso dalle strutture alla collettività che al proprio interno ospita le frange più deboli e sensibili della popolazione. Da questa considerazione nasce un giustificato disagio e la richiesta di maggiore attenzione da parte della Regione per l’opera delle strutture e di un adeguamento dei parametri per le integrazioni degli ospiti diversamente abili. Emidio Muroni