La Nuova Sardegna

Sassari

«Risano i debiti» ma era una truffa

di Luca Fiori
«Risano i debiti» ma era una truffa

Una piccola ditta locale si era fidata di un 47enne di Caserta Dopo essersi fatto dare 50mila euro l’uomo era sparito

04 dicembre 2021
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SASSARI. Si era presentato come un “general manager” capace di risanare tutti i debiti e di rilanciare l’azienda in difficoltà. Ma in poco tempo era riuscito a farsi consegnare circa 50mila euro e poi si era trasferito in Germania, affossando la piccola ditta a conduzione familiare che aveva promesso di salvare dal fallimento.

Ieri mattina per Mauro De Fusco, casertano di 47 anni, è arrivata la condanna a dieci mesi di carcere per truffa da parte del giudice Anna Pintore. L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Cubeddu, era stato contattato nel 2014 da una famiglia sassarese che operava nel campo dell’ortofrutta.

La società si trovava in difficoltà per via di alcune migliaia di euro di debiti e De Fusco, compagno di una vecchia amica di famiglia era apparso come la persona giusta al momento giusto.

«Mi occupo di riassetti finanziari - aveva detto il 47enne durante un primo incontro - vi darò una mano a risanare tutti i debiti». In poco tempo però la situazione non solo non era migliorata ma i debiti erano cresciuti.

Mauro De Fusco - secondo quanto emerso durante il processo - si era fatto consegnare inizialmente 22mila euro con l’impegno di prendere contatto con i fornitori che nel mentre avevano iniziato a bussare alla porta della piccola società in difficoltà.

«State tranquilli, è tutto sotto controllo» ripeteva il finto manager, quasi sempre in giro per affari. In realtà l’uomo - è stato poi appurato dalla polizia -aveva intascato il denaro senza versa un centesimo ai creditori.

Le vittime della truffa avevano capito l’inganno solo dopo aver accettato di intestarsi per conto di De Fusco una società che aveva rilevato un negozio di abbigliamento. Il 47enne era riuscito a usarli come prestanome senza versare - anche in quel caso - neanche un quota di quanto pattuito a chi aveva ceduto l’attività.

Nel mentre, con gli incassi del negozio di abbigliamento, De Fusco aveva iniziato a fare la bella vita. Si era fatto consegnare da chi ancora si fidava di lui un carnet di assegni, una carta bancomat e poi aveva noleggiato una Bmw, sempre a nome della società in cui lui naturalmente non figurava,

Scoperto che i debiti invece che essere risanati stavano crescendo, le vittime della truffa si erano rivolte all’avvocato Bruno Conti e poi si erano presentate in questura per sporgere denuncia. La polizia aveva scoperto subito che l’uomo, che nel mentre si era trasferito in Germania, aveva architettato una truffa e a quel punto erano partite le indagini che hanno portato al processo.

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