La Nuova Sardegna

THIESI. C’è la storia di Salvatore e Antonio Meloni, soldati ragazzi di Thiesi morti a pochi chilometri di distanza nel gelo della steppa russa, la storia di Abele Cocco, contadino di Porto Torres, il primo sardo ucciso nella guerra di Russia che ha perso la sua giovane vita a poche centinaia di metri dalla casa di Leone Toltoi. C’è la storia di Anna Piras Demurtas di Bitti che andava da una cartomante per sapere se il figlio fosse ancora vivo e quella della madre di Piero Doneddu da Bitti che non si è mai arresa e dopo tre anni di speranza ha consumato tutte le mandorle della cantina per festeggiare il ritorno del figlio. Si racconta del mitico generale Musinu morto a 101 anni nella sua casa dopo aver attraversato cinque guerre e del generale Solinas di Bonorva che si oppose ai tedeschi nella difesa di Roma.

Sono le storie di “Mortos e isperdidos in sa Russia” l’ultimo libro di Giuliano Chirra medico con la passione della ricerca storica che ha saccheggiato archivi, cassetti privati e memorie infinite per raccontare la storia dei soldati sardi nell’assurda guerra di Russia. Ne morirono più di mille dei tremila che affrontarono quella tremenda campagna militare. Più di mille, come uno dei nostri paesi dell’interno. Chirra ha fatto un lavoro certosino, li ha catalogati per paese, per reggimento e specialità. Ne ha ricostruito identità e imprese, girando l’Europa per cimiteri militari e archivi storici. Ha contatto famiglie e amici per restituire memoria e dignità alle loro piccole storie inserite nella grande storia. Una ricerca meticolosa e documentata che fa però anche emergere un’umanità straordinaria, che racconta protagonisti dimenticati partiti da una terra, la Sardegna, che a partire dalla Brigata Sassari è sempre stata molto generosa.

Se ne parlerà domani alle 18 a Thiesi, nella sala Sassu, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale. Saranno presenti l’autore e i ricercatori Francesco Ledda e Daniele Sanna. Modererà il giornalista Francesco Pinna.