La Nuova Sardegna

Sassari

Altri tre anni di lavori per riavere il palazzetto

di Giovanni Bua
Altri tre anni di lavori per riavere il palazzetto

Chiesto un rinvio di tre mesi per la consegna del primo lotto del maxi progetto Il vero problema è il secondo, non ancora partito: finirà almeno a giugno 2024

13 dicembre 2021
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SASSARI. Tre mesi di rinvio rispetto alla data di fine lavori per il primo lotto, fissata al 31 dicembre. E la prospettiva più che concreta che, per chiudere definitivamente il cantiere, di mesi ne servano ben di più, almeno quelli per arrivare a giugno 2024, data indicata dal cronoprogramma regionale come termine ultimo della consegna del Palazzetto.

Occorrerà armarsi di molta pazienza, e una buona dose di speranza, prima di vedere il nuovo Palaserradimigni di nuovo restituito alla città. E questo nonostante i lavori, dopo il cambio di impresa esecutrice della scorsa estate, siano ripresi di buona lena. La Kratos, subentrata alla Ser.Co.Ge, raggiunta ai primi di giugno dall’informativa di interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Napoli che di fatto le ha imposto lo stop di ogni attività, ha infatti preso possesso del cantiere il 23 agosto e sta procedendo a pieno regime nel completamento delle opere, ma il cronoprogramma del primo lotto ha accumulato circa tre mesi di ritardo che l’impresa romana, parte del consorzio Integra, ha chiesto a Palazzo Ducale di poter recuperare.

Richiesta accolta dal Comune, anche perché nuova ditta ha avviato le attività mediante nuovo personale e nuovi sub-appaltatori, la procedura che ha permesso l’ingresso in cantiere delle ditte sub-appaltatrici ha comportato ulteriore ritardo nello sviluppo dei lavori un ulteriore incertezza ed allungamento dei tempi è derivato dalla ricerca della ditta specializzata per la realizzazione della struttura metallica delle torri di sostegno della copertura e per le vie di esodo. Tale ricerca, per altro definita solo negli ultimi giorni, ha portato ad individuare i tempi di consegna della struttura da parte del fornitore previsti per i primi mesi del prossimo anno.

Si andrà a marzo insomma, ma questo ritardo è il male minore. Sui lavori del primo lotto si intersecheranno infatti quelli del secondo, che dovrebbero partire proprio in primavera, e che, secondo ottimistico cronoprogramma, dovrebbero concludersi a giugno 2024. Si tratta della trance di lavori finanziata dalla Regione con un ulteriore iniezione di 6 milioni di euro, che si sommano ai circa 4 milioni del primo lotto, grazie ai quali il progetto sarà realizzato nella sua interezza. E, all’innalzamento della copertura e la creazione di un terzo anello nelle tribune A e B, si aggiungerà anche la demolizione e ricostruzione della tribuna C, e il completamento dell’anello, che porterà i posti disponibili a 6441. Previsti anche adeguamenti e rifacimenti degli impianti elettrico, antincendio e rilevazione fumi, condizionamento, impianti idrici e fognari. Per ottenere l’omologazione Coni dell’impianto sono state inoltre previste le opere di completamento del primo intervento su spogliatoi squadre, arbitri, locali primo soccorso e locale antidoping, gestione operativa, cabina elettrica e locale quadri e nuovi servizi per spettatori diversamente abili.

Un restyling completo, atteso da sportivi e appassionati, che di fatto però “blinderà” la struttura per almeno altri 3 anni e mezzo, rendendola di fatto disponibile solo alla Dinamo, ma non a tutte le altre società che intorno all’impianto di piazzale Segni ruotavano e che, con non poca fatica, stanno trovando nuovi spazi in città. A incombere sui lavori inoltre resta il caos legato alle difficoltà di approvvigionamento e ai costi impazziti delle materie prime, soprattutto dell’acciaio, protagonista assoluto dei lavori al palazzetto, con la “sottostima” dei prezzi che aveva già convinto molti importanti player nazionali a tenersi lontani dal maxi appalto sassarese. Se la bolla non esploderà è davvero difficile immaginare come, tra qualche mese, i nuovi lavori potranno andare avanti.

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