La Nuova Sardegna

Sassari

Dal meetup alla giunta Campus «Ma non dateci degli incoerenti»

di Giovanni Bua
Dal meetup alla giunta Campus «Ma non dateci degli incoerenti»

In maggioranza in città contro il Pd con cui sono compagni di opposizione in Regione e alleati a Roma Manca e Murru: «I nostri nemici sono sempre stati i potentati e le ideologie, per il resto vogliamo fare»

22 dicembre 2021
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SASSARI. In giunta con Laura Useri nella coalizione civica (con un occhio al centrodestra) di Nanni Campus, con Maurilio Murru presidente del consiglio comunale. Fieramente all’opposizione in Regione con Desirè Manca contro il presidente sardo-leghista Christian Solinas. Impegnati, anche per mano del senatore Ettore Licheri, nella costruzione di una laboriosa alleanza nazionale con il Pd di Letta al fianco di Conte, di cui l’avvocato sassarese, ex capogruppo a Palazzo Madama, è nella ristretta cerchia dei fedelissimi. Non ci si annoia certo a seguire le evoluzioni del Movimento 5 stelle sassarese, nato dall’attivissimo, e ormai storico, “Meetup 79” ed entrato da protagonista nei gangli dei vari livelli della vita politica e amministrativa locale e nazionale.

Con qualche contraddizione verrebbe da pensare, ma non per i suoi protagonisti, che anzi rilanciano: «Il nostro primo obiettivo è stato sempre fare, e il nostro nemico è sempre stato il potere precostituito, i potentati. Che hanno varie facce. A Sassari aveva quella del Pd, che abbiamo fieramente combattuto in consiglio comunale. In Regione ha quella di Solinas e della sua maggioranza, che purtroppo di fare non ha capacità né intenzione. È tutto molto coerente se non lo si vuole leggere con i vecchi schemi dell’appartenenza, per quanto mi riguarda decisamente inapplicabili, visto che io non appartengo a nessuno».

Parole della consigliera regionale Desirè Manca, che dopo aver messo a ferro e fuoco l’aula di Palazzo Ducale durante il mandato di Nicola Sanna continua «il lavoro» nell’aula di via Roma a Cagliari. «Non ho gli strumenti per giudicare come Nanni Campus stia governando – spiega – ma ho totale fiducia nella scelta di prendersi la responsabilità di andare a governare. Una scelta tutt’altro che scontata e sicuramente non facile».

Scelta che vede tra i protagonisti Maurilio Murru, due volte candidato primo cittadino, nominato presidente del consiglio comunale dopo il ballottaggio tra Nanni Campus e Mariano Brianda, sancita dall’ingresso in maggioranza ufficiale del M5s a dicembre dello scorso anno, e coronata dalla nomina in giunta dei giorni scorsi.

«Iniziamo col dire che al ballottaggio non c’è stato nessun patto con Campus – spiega – e solo chi non conosce l’elettorato del Movimento può pensare che gli si possa imporre alcunché. Semplicemente venivamo da 5 anni di opposizione durissima contro il Pd, che da 15 anni governava Sassari in maniera a nostro avviso disastrosa. Messi a scegliere i nostri elettori hanno votato Campus convinti che cambiare fosse necessario».

Da lì però il rapporto è maturato, passando da un’opposizione responsabile e arrivando all’ingresso in maggioranza e poi in giunta, con più di una ironia dei “nemici” Dem. «Anche qui tutto molto trasparente – continua Murru –. Andando avanti abbiamo trovato dei punti programmatici comuni, e abbiamo sposato la natura realmente civica del progetto di Campus. Perché è bene ricordare che il centrodestra ufficiale, quello dei partiti, era presente alle elezioni con Mariolino Andria, e i suoi rappresentanti siedono in aula all’opposizione. Abbiamo deciso di metterci la faccia e di entrare in maggioranza, e non è stata una scelta facile, né profittevole dal punto di vista del consenso. In un momento storico come questo è sicuramente più facile stare all’opposizione e elencare tutto quello che non va. Abbiamo preferito provare a risolvere i problemi». Un passo: «Sottoposto e approvato a livello nazionale – spiega Murru – e che è molto comune a livello locale. Anche nelle ultime amministrative il M5s è stato contrapposto o alleato con civiche di area di centrosinistra o centrodestra. Per noi non è mai un problema ideologico ma programmatico». I punti di unione? «Sanciti in un patto di governo con Campus. Avvio al lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza, rilancio Platamona, attività sulle borgate, sport, centro intermodale. Ci ridevano dietro quando proponevamo di spostarlo e di fare una piazza in via XXV Aprile, e invece tra un po’ appalteremo in lavori».

Nessun caos ideologico insomma. «Un momento di grande mutamento, di maturazione e formazione – chiudono i due pentastellati –. Ma se si rimane fedeli alle necessità dei cittadini, e si agisce in maniera onesta e libera da condizionamenti non si può sbagliare».

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