La Nuova Sardegna

Sassari

Pronto soccorso inondato da casi covid

di Luigi Soriga
Pronto soccorso inondato da casi covid

Una ventina di positivi al giorno con l’impossibilità di trasferirli in Malattie infettive perché i reparti sono già pieni

31 dicembre 2021
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SASSARI. Le chiamate al 118 sono per buona parte di persone positive, nelle farmacie i tamponi antigenici fai da te sono esauriti da due giorni, prenotare un test covid a breve termine al momento è impossibile, e il numero di infetti che si presentano al Pronto soccorso cresce in maniera costante.

In pratica si sta prefigurando lo scenario peggiore per le strutture sanitarie sassarese, perché la pressione del covid sull’Aou è in costante crescita.

Ieri sera al pronto soccorso si contavano una ventina di positivi e il problema principale era dove collocarli. Infatti sia Malattive Infettive che Pneumo-covid, ovvero i due reparti dedicati alla gestione dei pazienti a bassa e media intensità, sono completamente pieni. Non solo hanno i 33 posti letto occupati, ma stanno operando andando anche oltre la propria capienza, gestendo sino a 37 pazienti. Perciò alcuni positivi con un quadro clinico più delicato, dal pronto soccorso sono stati trasferiti nella palazzina di Malattie infettive, ma si parla solo di quattro persone. Le altre sono ancora ricoverate nei locali del pronto soccorso, in attesa che si liberino spazi o che Aou o Ats trovino delle soluzioni.

Purtroppo, se il trend continuerà a essere questo, con la curva dei contagi in crescita esponenziale e il cenone di capodanno a funzionare da moltiplicatore dei contatti, la situazione diventerà insostenibile e l’ospedale è destinato a entrare in uno scenario di grave sofferenza. Basti vedere i tempi di attesa al pronto soccorso ieri: un codice verde, con 22 malati in carico, deve pazientare anche 12 ore prima di essere visto da un medico. I pazienti covid rallentano la macchina assistenziale in maniera drastica. La pezza più rapida, ma non di certo indolore, che la direzione dell’Aou potrebbe mettere in campo, è quella di convertire dei reparti ordinari e trasformarli in vocazione covid. La stessa strategia adottata in emergenza durante le ondate precedenti, ma che ha comportato un prezzo altissimo. Dirottare risorse e personale per la gestione covid, significa spolpare gli altri servizi e privare gli utenti di prestazioni essenziali, come le visite, le prenotazioni nelle sale operatorie, gli screening, la prevenzione e via dicendo. Con l’inevitabile allungamento di tutte le liste di attesa, anche quelle che riguardano i malati oncologici. Ecco perché, per il commissario Antonio Spano e il direttore sanitario Franco Bandiera, la conversione dei reparti dovrebbe essere l’ultima ratio. Ben più funzionale sarebbe poter contare sui 50 posti letto covid del Marino di Alghero, ma ancora l’Ats e la Regione tergiversano sull’incorporazione in Aou: soluzione che invece andrebbe fatta oggi.

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