La Nuova Sardegna

Sassari

Cartelle Tari, il rebus continua

di Francesco Squintu
Cartelle Tari, il rebus continua

Ozieri: «Importi sbagliati ma i termini sono scaduti senza che il Comune abbia detto come procedere» 

09 gennaio 2022
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OZIERI. Ogni promessa è debito si dice normalmente per ricordare che quanto si promette poi si dovrà mantenere: questa volta, però, per numerosi cittadini di Ozieri la promessa di una revisione delle tariffe Tari da parte del Comune, in qualche caso addirittura raddoppiate rispetto agli anni scorsi, si è trasformata in un debito reale con i termini di pagamento scaduti senza che nessuno abbia comunicato il da farsi.

La questione era stata sollevata nel mese di settembre, quando a tutte le famiglie era arrivato l’avviso di pagamento della tassa (sia per le utenze domestiche sia per quelle non domestiche) e aprendo il plico, qualcuno era letteralmente saltato dalla sedia poiché rispetto agli anni precedenti il costo era quasi raddoppiato. L’aumento considerevole scaturisce dalle quote fisse e variabili che si moltiplicano per i metri quadrati del locale e se nel 2019, per un esercizio commerciale inserito nella categoria supermercati, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi erano rispettivamente di 2,71 euro e 2,29 euro, nell’anno appena trascorso sono diventate 3,08 euro e 4,89 euro. «Non ci sono stati aumenti delle tariffe – aveva dichiarato l’assessora al bilancio Anastasia Ladu – e abbiamo preso in carico il problema per stabilire se sono state applicate nel modo corretto le riduzioni Tari previste per il Covid nel 2020 e anche come hanno inciso le variabili sulle tariffe che sono stabilite ogni anno a livello ministeriale». L’assessora Ladu e gli uffici competenti si erano messi subito all’opera per dipanare la non semplice matassa e provare a capire quale poteva essere il “buco” del sistema che aveva comunque coinvolto alcuni nuclei familiari, diversi capannoni artigianali e anche attività commerciali. Era emerso così che tra mancate attribuzioni delle riduzioni e altri intoppi burocratici qualche errore di calcolo c’era effettivamente stato, però a tutt’oggi non c’è stata alcuna comunicazione del Comune su come comportarsi.

«Sono tra quelli che hanno ricevuto una cartella di pagamento che ritengo eccessiva visto che, sono passato dai 520 euro dell’anno scorso agli 830 attuali – ha detto un commerciante – mentre è rimasta quasi invariata la quota riferita all’utenza domestica. Aspettando una revisione delle tariffe non ho pagato le rate previste e oggi, dopo la scadenza del 31 dicembre, mi trovo insolvente nei confronti del Comune e ho paura di ricevere un’ingiunzione di pagamento con l’aggiunta di sanzioni». Una mancanza di chiarezza e soprattutto di comunicazione che rischia di penalizzare ulteriormente i cittadini, visto che la gente si è trovata alle prese con un dilemma: pagare e recuperare successivamente con compensazione l’eventuale differenza oppure non pagare e attendere l’emissione di un nuovo (e corretto) avviso.

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