La Nuova Sardegna

Sassari

Raid contro la marineria tra furti e danneggiamenti

di Gavino Masia
Raid contro la marineria tra furti e danneggiamenti

Ennesimo atto vandalico: nel mirino un pescatore al quale hanno tagliato le reti Gli operatori del settore chiedono un sistema di videosorveglianza sulla banchina

30 gennaio 2022
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. Con il suo nuovo motopesca “Uragano” è uscito a mare all’alba per salpare le reti che aveva lasciato qualche giorno prima nello specchio acqueo antistante Platamona – a circa due miglia dalla costa – e quando si preparava a raccogliere i pesci ha invece trovato gran parte delle reti completamente tagliate da ignoti. Una danno economico che va comunque al di là del valore delle reti quello subito dal pescatore turritano Giuseppe Loi, che vive solo dalla pesca e che per tutta la settimana ha dovuto rinunciare suo malgrado alle uscite a mare. «Ho denunciato questo atto di sabotaggio al Posto fisso di polizia – racconta Loi – e non si tratta della prima volta che questo tipo di situazioni si verificano ai miei danni e anche degli altri colleghi della piccola pesca: avevo acquistato le reti proprio questo mese, rateizzando il loro costo sino a dicembre 2022, e ora mi trovo disintegrato economicamente perché non sono potuto andare a pescare per tutta la settimana. Al danno si aggiunge la beffa, perché lunedì sono previste condizioni meteo-marine avverse e questo crea problemi alla mia attività di pesca».

Qualche mese fa a un operatore della piccola pesca erano stati rubati circa 4 chilometri di nuove reti che aveva calato in mare il giorno prima (in una zona a ponente del golfo dell’Asinara), ma a quanto pare questo tipo di furti e di danni agli attrezzi di pesca accadano spesso alla marineria turritana. «L’anno scorso questa situazione del taglio delle reti da pesca aveva coinvolto diversi operatori – aggiunge Loi –, perché mancano i controlli lungo la costa e pure all’interno del molo commerciale. Atti vandalici veri propri, oltre ai furti, fatti ad hoc per impedirci di portare avanti il nostro lavoro. Ho raccontato quello che mi è accaduto alla Capitaneria di porto e inoltrerò la denuncia alle altre istituzioni pubbliche e alla Guardia di finanza di Alghero».

Manca il controllo nelle ore notturne nella banchina che si affaccia all’edificio dell’Autorità marittima, una criticità espressa più volte dai pescatori a causa della sparizione di taniche di benzina e tante altre attrezzature di pesca. Si attende già da qualche anno l’attivazione delle apparecchiature di videosorveglianza e, nonostante il carattere internazionale dello scalo marittimo, Porto Torres è uno dei porti sardi a non avere impianti tali. Gli operatori della piccola pesca hanno deciso di farsi sentire anche dal Comune (quando, dopo un anno mezzo di governo, sarà convocata la prima commissione Pesca?) e nel frattempo stanno predisponendo una raccolta firme per chiedere i servizi essenziali a tutela del loro lavoro.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative