La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari si riprende la Cittadella di San Sebastiano, battaglia vinta

di Giovanni Bua
Sassari si riprende la Cittadella di San Sebastiano, battaglia vinta

La sottosegretaria: «Il progetto era stato cancellato, ma visto il rinnovato interesse troveremo i fondi»

18 febbraio 2022
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SASSARI. «Il dicastero della Giustizia è in procinto di organizzare una riunione per verificare tempistica e fonti di finanziamento dell’ipotizzato intervento di ristrutturazione dell’ex carcere San Sebastiano». Sono poche parole che segnano una fondamentale (anche se parziale) vittoria, che di fatto riapre ufficialmente il cammino del progetto Cittadella Giudiziaria” e allo stesso tempo certifica, per la prima volta in maniera ufficiale, “lo scippo” che alla città di Sassari di quel progetto era stato fatto. Scippo che la Nuova Sardegna ha, con forza, denunciato, innescando la reazione compatta della comunità sassarese che ha portato alla rinascita dell’importante progetto.

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A pronunciale, ieri pomeriggio in commissione Giustizia, la sottosegretaria Anna Macina che ha risposto all’interrogazione presentata dal deputato M5s, e presidente della commissione, Mario Perantoni sullo stato dell’arte del progetto nell’ex carcere ottocentesco. «Che – sottolinea soddisfatto Perantoni – era chiuso a chiave in un cassetto. E finalmente siamo riusciti a tirare fuori. E vigileremo perché sia portato a compimento». «Un grande risultato ottenuto – gli fa eco Fabio Pinna a nome del gruppo consiliare del Pd – frutto di un tempestivo, fattivo e proficuo lavoro politico svolto da tutti coloro che avevano possibilità e capacità di intervento a tutti i livelli istituzionali. Ora non ci fermiamo».

Entusiasmo, e preoccupazioni, legittime. Il piano di riqualificazione dell’ex carcere non era solo finito in mezzo alle nebbie ma era di fatto cancellato. E l’accordo di programma firmato nell’agosto 2018 tra Demanio, Regione, Comune e Ministeri della Giustizia e delle Belle Arti era «venuto meno». A metterlo nero su bianco la stessa sottosegretaria, che ieri ha sottolineato: «L’amministrazione della Giustizia, il 14 dicembre 2020, ha richiesto lo stato di avanzamento rispetto al cronoprogramma inserito nell’accordo. L’Agenzia del Demanio, il 18 dicembre 2020 ha comunicato che “il finanziamento che l’Agenzia aveva previsto a seguito della sottoscrizione dell’Accordo è stato successivamente destinato ad interventi di rifunzionalizzazione di immobili idonei alla riallocazione delle amministrazioni dello Stato». Il Demanio insomma aveva fatto un passo indietro (peraltro annunciato già a ottobre 2018) e il ministero, per nulla intenzionato a prendere in carico il piano, prendeva atto che: «A seguito del definanziamento sono venute meno le indicazioni dell’Accordo di programma. Conseguentemente, per tutte le locazioni passive in essere, veniva avviata attività finalizzata a verificare la sussistenza delle condizioni per eliminarle o quantomeno per ridurle».

Non solo insomma il ministero considerava la faccenda chiusa, ma si muoveva anche per risolvere diversamente uno dei problemi che il maxi progetto di riqualificazione avrebbe cancellato: il milione abbondante di affitti che ogni anno costavano (e costano tutt’ora) gli uffici giudiziari che si sarebbero dovuti trasferire tra le antiche mura di San Sebastiano.

Nel dicembre 2020 insomma finisce la storia del progetto Cittadella, anche se nessuno lo dice ufficialmente. Anzi, tutta la pratica viene inghiottita dalle nebbie, tenuta a galla solo da un ipotetico interesse (di cui nella risposta del ministero non c’è traccia) a rifinanziare il tutto con i fondi del Pnrr, e da una mozione votata nell’agosto 2021 dal consiglio comunale di Sassari in cui si impegna il sindaco a «seguire la vicenda».

Poi, all’inizio di quest’anno, la Nuova accende un riflettore sulle sorti del vecchio carcere. E svela che per la vagheggiata riqualificazione non c’è più un euro, né uno straccio di progetto, in cassa. Da qui monta una reazione imponente della società civile, imprenditoriale, politica della città. Che si riunisce, olia tutti i canali, bussa a tutte le porte. E, per una volta unita, fa sentire la sua voce. E non è un gridare al vento. «Di recente, l’Agenzia del Demanio della Sardegna – sottolinea ancora la sottosegretaria – tenendo conto del rinnovato interesse alla riqualificazione, manifestato in sede di Conferenza Permanente del 28 gennaio 2022, ha ribadito la necessità di ottenere il finanziamento necessario per l’intervento. L’importo è stimato in 22 milioni e il Demanio ha previsto la realizzazione per lotti funzionali».

Insomma, come anticipato a una delegazione del Pd formata da Gianfranco Ganau e Fabio Pinna, che a inizio febbraio l’ha incontrata a Cagliari, la direttrice del Demanio regionale Rita Soddu, rientrata nell’Isola di recente, firmataria dell’accordo di programma del 2018 e tra le più convinte sostenitrici della riconversione dell’ex carcere, si è rimessa all’opera. E, forte del rinnovato entusiasmo e della coesione che intorno al “sogno” cittadella si è coagulata (e di cui lei stessa ha ammesso di avere «assoluto bisogno) ha tolto dal cassetto il piano, convincendo il Ministero a restituire quello che a Sassari era stato, in silenzio, tolto.
 

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