«Il patrimonio storico fonte di lavoro»
Bono, l’istituto Fermi lancia un progetto di formazione per la tutela del territorio
19 febbraio 2022
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BONO. Creare un processo didattico per formare figure professionali che possano valorizzare le risorse archeologiche e naturalistiche del Goceano. Questo il piano esposto nei giorni scorsi in un incontro-dibattito sul tema promosso a Bono dall’istituto Fermi, e nello specifico dal triennio del corso Agrario, nell’ambito di un percorso che da tempo punta a creare professionalità che possano crescere, formarsi e restare nel territorio.
«Un’opportunità che, se pure ambiziosa, non può essere trascurata – commenta l’insegnante Adriana Fenu, promotrice del convegno assieme al dirigente scolastico Antonio Ruzzu, che ha fortemente promosso l’iniziativa nel solco dei tanti progetti scolastici – e che intendiamo concretizzare con una serie di iniziative che portino i nostri ragazzi a conoscere i luoghi che abitano, per poterli amare e valorizzare come meritano».
Nel corso dell’incontro- dibattito si è avuto modo di scoprire alcune delle più importanti testimonianze storiche e archeologiche – delle quali il Goceano è ricchissimo – grazie alla relazione di Sara Mameli, docente di italiano e latino del liceo Mossa di Olbia, esperta di antropologia preistorica e protostorica nonché autrice di numerosi studi nel settore, che ha illustrato le peculiarità di siti come la Necropoli di Molia, Sos Furrighesos di Anela e il Ponte romano di Illorai.
Monumenti di inestimabile valore storico e oltretutto inseriti in un contesto naturalistico di enorme pregio: un binomio che conferisce a queste aree la marcia in più per formare «giovani preparati che spendano la loro intelligenza e competenza nella terra natìa, aprendosi però al contatto con l’esterno», ha detto la professoressa Mameli.
Un obiettivo che necessita di adeguati percorsi e strumenti formativi, assieme ad un impegno delle istituzioni, ma che proprio dai luoghi di studio deve promuovere la consapevolezza del valore storico ed ambientale di tali ricchezze, per promuovere iniziative non solo da parte degli addetti ai lavori, ma dalle intere comunità che per troppo tempo le hanno ospitate senza magari conoscerne appieno la storia e il pregio. (b.m.)
«Un’opportunità che, se pure ambiziosa, non può essere trascurata – commenta l’insegnante Adriana Fenu, promotrice del convegno assieme al dirigente scolastico Antonio Ruzzu, che ha fortemente promosso l’iniziativa nel solco dei tanti progetti scolastici – e che intendiamo concretizzare con una serie di iniziative che portino i nostri ragazzi a conoscere i luoghi che abitano, per poterli amare e valorizzare come meritano».
Nel corso dell’incontro- dibattito si è avuto modo di scoprire alcune delle più importanti testimonianze storiche e archeologiche – delle quali il Goceano è ricchissimo – grazie alla relazione di Sara Mameli, docente di italiano e latino del liceo Mossa di Olbia, esperta di antropologia preistorica e protostorica nonché autrice di numerosi studi nel settore, che ha illustrato le peculiarità di siti come la Necropoli di Molia, Sos Furrighesos di Anela e il Ponte romano di Illorai.
Monumenti di inestimabile valore storico e oltretutto inseriti in un contesto naturalistico di enorme pregio: un binomio che conferisce a queste aree la marcia in più per formare «giovani preparati che spendano la loro intelligenza e competenza nella terra natìa, aprendosi però al contatto con l’esterno», ha detto la professoressa Mameli.
Un obiettivo che necessita di adeguati percorsi e strumenti formativi, assieme ad un impegno delle istituzioni, ma che proprio dai luoghi di studio deve promuovere la consapevolezza del valore storico ed ambientale di tali ricchezze, per promuovere iniziative non solo da parte degli addetti ai lavori, ma dalle intere comunità che per troppo tempo le hanno ospitate senza magari conoscerne appieno la storia e il pregio. (b.m.)