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Trasporti, la crisi spegne i motori

Trasporti, la crisi spegne i motori

Nuovo allarme della Confartigianato di Sassari. Paone: «C’è il rischio di proteste incontrollate»

21 febbraio 2022
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SASSARI. Il caro carburanti rischia di fermare il settore dei trasporti e di mettere in ginocchio una categoria di lavoratori che negli ultimi anni ha dovuto fare sacrifici enormi per non chiudere le aziende.

Il nuovo allarme nel Sassarese arriva da Costantino Paone, presidente della sezione Trasporti della Confartigianato. « La sensazione è quella di star seduti su una polveriera. Il caro carburanti oramai ci costringe a fermarci. È una decisione sofferta ma resa inevitabile in quanto con queste tariffe ormai stiamo lavorando in perdita».

La categoria ha avviato le procedure per valutare le decisioni da assumere: il passo poi - in assenza di risposte adeguate alla gravitàdel momento - si andrà verso una manifestazione pubblica per fare in modo che il grido di aiuto arrivi al Governo.

«C’è grande preoccupazione, dovuta al rincaro del carburante – dice Paone – , un malcontento delle imprese che rischia di sfociare in proteste incontrollate. Pandemia a parte abbiamo continuato a garantire l’approvvigionamento dei beni primari e in Italia, considerando che oltre l’80 per cento delle merci viaggia su gomma».

Migliaia di autotrasportatori da oltre un anno fanno i conti con il rincaro dei carburanti per autotrazione, ma anche dell’additivo per i veicoli più moderni e il gnl (gas naturale liquefatto); oltre agli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e di gas. Il prezzo del diesel alla pompa un anno fa era di 1,35 euro al litro, oggi, in media, è pari a 1,65-1,70 euro, con un aumento di circa il 24-30 per cento; il costo del pieno è cresciuto di oltre 150 euro; questo comporterà un aggravio di costi di migliaia di euro per ogni automezzo nell’arco dell’anno.

«Per controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno alla nostra categoria, per il quale la voce carburante grava per il 30 per cento dei costi aziendali – secondo la Confartigianato – è importante prevedere crediti di imposta, sia per l’additivo Adblue, per i mezzi diesel più moderni, che per il gas naturale liquefatto».

«Negli ultimi anni tutto è aumentato a dismisura, tranne le tariffe, e questo sta mettendo a rischio l’esistenza delle nostre imprese. I calcoli sono presto fatti – rilancia Paone – c’è stato un aumento generalizzato, è cresciuto il costo delle gomme, delle riparazioni meccaniche e dell’assicurazione. A fronte di questi costi, le nostre fatture vengono pagate a 90, 120 e 180 giorni. Il Governo nel corso di questi mesi si sta disinteressando ai nostri problemi, a dimostrazione del fatto che sembra non aver ancora compreso il ruolo fondamentale del settore nella auspicata ripresa economica post Covid».

E i continui aumenti richiedono interventi volti alla stabilizzazione del prezzo del gasolio, in modo da evitare scompensi alle imprese di autotrasporto ed al sistema produttivo più in generale. Ora tocca – sottolinea Confartigianato – al Governo affrontare con urgenza la situazione che mette a rischio molti posti di lavoro e può divenire incontrollabile per l’intera economia. Già una parte del settore che trasporta vetture ha spento i motori per evitare che un ulteriore indebitamento diventi irreversibile, molte imprese monoveicolari non hanno i soldi sufficienti per fare il pieno del serbatoio a causa degli aumenti citati

Nei prossimi giorni Confartigianato Imprese di Sassari, sulla scorta delle innumerevoli richieste, riunirà con urgenza i propri associati del settore al fine di valutare le iniziative da intraprendere. «Il Governo si dovrà impegnare ad intervenire in maniera tempestiva con delle misure precise – conclude Paone – misure su cui controlleremo attentamente. Alle parole devono seguire i fatti e su questo saremo intransigenti». (g.baz.)



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