La Nuova Sardegna

Sassari

Addio al poliziotto buono tra lacrime e sgomento

di Gavino Masia
Addio al poliziotto buono tra lacrime e sgomento

L’ultimo saluto a Basilio Saladdino, ucciso per aver difeso la moglie e la figlia L’arcivescovo Gian Franco Saba: «Un grande dolore per tutta la comunità» 

09 marzo 2022
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PORTO TORRES. All’ingresso della chiesa di Cristo Risorto ieri pomeriggio c’era l’araldo dell’Associazione nazionale polizia di Stato – sezione di Sassari – per onorare uno stimato servitore della patria quale era Basilio Saladdino. Un poliziotto, un marito, un padre, un nonno, caduto nel tentativo di difendere le donne della sua famiglia da una mano assassina. Il feretro è entrato in chiesa tra due ali di folla – colleghi del Posto fisso di polizia, carabinieri e la sezione sommozzatori dei vigili del fuoco – e ad accoglierlo vicino all’altare c’erano l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba e il parroco don Michele Murgia. Erano in tanti fuori e dentro la chiesa ad accompagnare Basilio Saladdino, 75 anni, nel suo ultimo viaggio terreno: «Il vescovo ha sentito il grido di dolore della comunità e dei familiari – ha detto don Murgia – ed è qui tra noi».

Monsignor Saba prima dell’omelia ha pregato per moglie e figlia di Basilio Saladdino, Caterina Mancusa e Ilaria, ricoverate nel reparto di Rianimazione all'ospedale “Santissima Annunziata” di Sassari. «Il Vangelo ci ricorda una cosa importante – ha sottolineato il vescovo –, che quando pregate non dovete sprecare parole perché il Signore, più di tutti, sa che cosa c’è nel cuore dell’uomo. Queste famiglie, queste persone, ma tutta la comunità di Porto Torres, sono attraversate da un grande dolore».

Monsignor Saba ha poi ricordato: «Presiedo questa funzione eucaristica dopo la recente e lunga visita pastorale alle comunità parrocchiali (Spirito Santo, San Gavino, Beata Vergine della Consolata, Cristo Risorto) e alla città». «Ho potuto constatare quanto sia importante che ogni persona, dal proprio punto di vista e dalla propria prospettiva, possa spendere le proprie energie, le proprie forze, la propria intelligenza, il proprio cuore, per prendersi cura degli altri. Che cosa significa questo? Secondo un sermone del nostro tempo, vuole dire eliminare l’intollerabile, ridurre un dolore, soddisfare un bisogno, realizzare un sogno. Significa entrare in una nuova prospettiva di relazione. La presenza del vescovo oggi qui è come quella del padre di famiglia che viene nella sua comunità verso i propri figli, per indicare ad attivare i processi e le nuove relazioni».

Parole rassicuranti in una sala piena di dolore e tristezza, che non riesce a dimenticare quanto è accaduto qualche settimana prima nella parte bassa di via Principessa Giovanna. I tanti parenti, amici, colleghi o semplici conoscenti presenti alla cerimonia funebre hanno ricordato la bontà d’animo e la gentilezza del poliziotto caduto da eroe. Il suo sapere rapportarsi con gli altri nel lavoro e nella vita sociale. Il suo amore infinito per la famiglia, che lo hanno portato a sacrificare la propria vita per difendere gli affetti più cari da una azione criminale, a pochi metri da casa.

La marcia silenziosa per consentire all’intera comunità cittadina di raccogliersi intorno alla famiglia Saladdino ed esprimerle la vicinanza e il calore della città turritana dopo l’immane tragedia, è stata sospesa. Anche la commissione consiliare alle Politiche sociali e Pari opportunità, sul tema “Donne oggi e domani”, è stata spostata alla prossima settimana.

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