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Sassari

Viaggio nei circoli di Sassari, Culleziu: da vecchia sezione del Psdi a promulgatore del dialetto

di Luca Fiori
Viaggio nei circoli di Sassari, Culleziu: da vecchia sezione del Psdi a promulgatore del dialetto

Fondato nel 1971 su idea di Pietro Pigliaru il club divenne presto indipendente

11 aprile 2022
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SASSARI. Sarà quel nome curioso che riporta alla mente la compagnia di Gesù e il collegio di studi che i gesuiti istituirono in città nel 1562 e che diede per secoli il nome a tutto il quartiere. Sarà che la prima sede nacque proprio a due passi dall’ateneo turritano, ma il circolo Culleziu (oggi tra i più antichi della città) non poteva non avere nel suo Dna l’amore per la cultura e la passione per la salvaguardia delle tradizioni locali.

Fu un gruppo di una quindicina di amici a farlo nascere in vicolo Sassu, a pochi passi da piazza Università, nel 1971. Per ottenere più velocemente le autorizzazioni per aprire, i fondatori seguirono il consiglio interessato di Pietro Pigliaru, esponente locale de Psdi, e per qualche anno risultarono un circolo politico.

«Ci chiese di mettere l’insegna del partito e di intitolare la sezione a Giacomo Matteotti» raccontano due dei soci fondatori Salvatore (Barore) Sassu, ex gruista di 84 anni e Gianni Paulesu, 79 anni, tecnico Telecom in pensione, rieletto nel 2019 alla presidenza che dura ormai da sedici anni. «Ma quello che ci accomunava - proseguono i due fondatori - non era certo la politica, lo era invece la poesia in dialetto e l’amore per la città». Già dal 1976 il circolo smontò l’insegna del Psdi, si diede il nome di “Culleziu” e quello stesso anno istituì un premio di poesia sassarese che divenne presto la bandiera di cui i soci andavano e vanno ancora oggi molto fieri.

Nel 1977 con l’aumentare del numero degli iscritti la sede di vicolo Sassu divenne troppo piccola e il circolo si trasferì in viale Umberto, dove rimase fino al 2003. «Abbandonammo a malincuore il centro storico - racconta il presidente Paulesu - e successivamente ci trasferimmo ancora nell’ex Colonia Campestre in via Savoia. Dal 2003 - prosegue - il Comune ci ha concesso i locali di via Poligono, accanto allo Stadio dei Pini, e ora questa è la nostra casa, anche se il cuore di noi vecchi soci è sempre nei vicoli della città vecchia, dove siamo cresciuti». In questa grande sala che la mattina e il pomeriggio accoglie per il caffè e l’aperitivo gran parte dei 250 iscritti (tra loro anche 12 signore che la sera si ritrovano per giocare a carte), c’è una bacheca che raccoglie tutte le pubblicazioni del “Premio di poesia Culleziu”. «Purtroppo sono sempre meno quelli che ancora scrivono in sassarese - si rammarica Gianni Paulesu - le scuole della città dovrebbero organizzare dei corsi perché tra qualche anno c’è il rischio che non lo parli più nessuno». Mentre lo raggiungono al tavolo il vice presidente Salvino Solinas, 68 anni, ex operaio a Fiume Santo l’ex presidente Salvatore Cossu, 85 anni, panettiere in pensione e Giovanni Agostino Depalmas, 81 anni, metà dei quali vissuti orgogliosamente come portatore di candeliere, il presidente Paulesu spiega al resto dei soci presenti che la vita del circolo Culleziu è legata soprattutto alla promozione della cultura. «Abbiamo in programma l’istituzione di una scuola di musica e canto sardo e sassarese aperta a tutti - annuncia il presidente -siamo nati nel cuore della città, proprio davanti allo storico ateneo, e la salvaguardia delle nostre tradizioni è sempre stata per noi una missione da portare avanti, anche in memoria dei soci che non sono più con noi».

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