La Nuova Sardegna

Sassari

«Aspettiamo la “vera” Faradda»

di Roberto Sanna
«Aspettiamo la “vera” Faradda»

Il presidente dell’Intergremio Fabio Madau fa il punto su attività e progetti dopo due anni di stop

13 aprile 2022
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SASSARI. Due anni senza la Faradda dei Candelieri sono un’eternità per tutti i sassaresi abituati a riversarsi nelle vie del centro storico e sicuramente tra quelli che più hanno sofferto per questo “effetto collaterale” della pandemia ci sono quelli che l’appuntamento lo vivono in prima persona. «È stata durissima – conferma Fabio Madau, presidente dell’Intergremio –, anche le feste patronali che animano la vita dei gremi sono state ridotte al minimo. C’è comunque stato un aspetto positivo, e cioè che pur nell’emergenza siamo riusciti a sciogliere il voto in chiesa alla presenza di tutti i ceri. Se non altro, abbiamo approfittato della situazione per fare alcune riflessioni sul significato di questa festa e sulla nostra comunità».

Quest’anno le restrizioni si stanno allentando e in attesa di captare i primi segnali su quello che potrà essere il 14 agosto, i gremi cominciano a rianimarsi: come da tradizione, la domenica dopo Pasqua, definita “Domenica in Albis”, segna l’avvio delle celebrazioni con la Festa grande degli Ortolani. Un grosso passo avanti se si pensa appunto che «le restrizioni hanno rallentato tutte le attività ordinarie, che nel 2020 sono state addirittura sospese. Tanto che in una situazione come quella, molti hanno preferito sospendere le cariche». E anche quantificare la comunità dei gremianti che si occupa di tramandare questa tradizione secolare non è semplice: «L’Intergremio è un’associazione di secondo livello – spiega il presidente –, cioè sovrintende un’unione di altre associazione. Da noi confluiscono undici gremi su tredici, mancano i Massai e i Braccianti, e storicamente ciascun gremio vive momenti di alti e bassi al proprio interno per cui ci sono realtà differenti che possono essere composto anche solo da cinque-sei persone e altre che arrivano a venti o anche a trenta. Non c’è niente di strano, è tipico di queste realtà, però due anni con le attività ridotte al minimo o addirittura ferme si fanno sentire e vorremmo finalmente riuscire a superare questo momento di stasi anche noi». La speranza è prima di tutto quella di ritrovare la vera dimensione della Faradda: «L’anno scorso, come sapete, qualcosa siamo riusciti a organizzare – ricorda Fabio Madau – ma devo dire che a livello organizzativo è stato molto più difficile mettere in piedi una “non Faradda” che la tradizionale discesa. Confidiamo che sia l’anno buono per riprendere, anche se non al cento per cento e magari con alcune limitazioni dovute a una situazione sanitaria che ancora non è chiusa. Certamente i Candelieri mancano a tutti, sotto tanti punti di vista. Compreso quello economico, perché in quella giornata, ma anche in quelle precedenti, si crea un indotto economico importante e stavamo andando nella direzione di valorizzare tutto il periodo che precede la Faradda del 14 agosto».

Un percorso che, pandemia permettendo, ha molti orizzonti: «In questi anni sono state portate avanti diverse aperture – conclude il presidente dell’Intergremio, pensate solo alle vestizioni che hanno assunto ormai una dimensione pubblica superando quella intima. Un percorso che è stato quasi fisiologico e condiviso, adesso speriamo di portare avanti altri progetti e visioni che avevamo in cantiere. Primo fra tutti un museo e una sede per i gremi, che ci consenta di essere sempre al centro storico ed essere un punto di riferimento per tutta la città».

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