La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri, l’imprenditore illuminato che diventò un fantasma

di Barbara Mastino
Ozieri, l’imprenditore illuminato che diventò un fantasma

Nato nel 1818, l’ozierese Andrea Salis Solinas fu un commerciante di bestiame Secondo la leggenda il suo spettro si aggirò per anni nelle colline della città

14 aprile 2022
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OZIERI. Nella Ozieri di fine ‘800 si narrava di uno spettro, un fantasma che compariva nella notte tra le colline della città per rimarcare la sua appartenenza e per non far dimenticare la sua presenza anche dopo la morte. Era il fantasma di Andrea Salis Solinas, al quale Ozieri ha dedicato una lunga via nel rione Corralzu che si interseca nei meandri del centro storico sotto la collina dell’ospedale civile. Dopo la morte di Andrea Salis Solinas, avvenuta nel 1884, in tanti infatti raccontavano di vederlo aggirarsi tra le colline: un’ombra che giungeva sin lì da Badde Aini, dal cimitero monumentale dove la municipalità aveva in suo ricordo finanziato la realizzazione, da parte del noto scultore Giuseppe Sartorio, di una bellissima tomba che ancora oggi ne costituisce vanto come una delle più belle del complesso cimiteriale.

Secondo quanto narrano le leggende – raccontate nella tradizione orale e riportate nel volume “Ozieri fra storia e leggenda” di Nino Marras - Comida (Edizioni Torchietto) – il fantasma di Andrea Salis Solinas inquietava la popolazione al punto che si decise di placare l’anima del defunto con una messa “nera”, con candele di pece. Il rito si tenne con il massimo riserbo nella chiesa campestre della Beata Vergine di Monserrato, proprio su una di quelle colline, celebrato dal canonico Vera alla presenza «di un certo Pedru Fiore, di Pedru Cossu, di dodici barracelli armati di fucile ed altri». E fu proprio in quella macabra circostanza che Andrea Salis Solinas apparve di nuovo, in sella al suo cavallo. I barracelli spararono alcune fucilate in aria e lui scomparve; ma lo spettro a suo modo la fece loro pagare: l’anno successivo il canonico Vera, Pedru Fiore, Pedru Cossu e altri uomini che avevano partecipato alla funzione morirono. Una storia inquietante che, raccontata solo sotto questo aspetto, non rende giustizia a quello che fu per Ozieri, e non solo, un imprenditore illuminato e un grande benefattore.

Nato a Ozieri nel 1818, marito di Pietruccia Fresu da cui ebbe due bambini che morirono piccoli, Andrea Salis Solinas fu un precursore dei tempi. Creò con un amico di Perfugas, tale Maurizio Pintus, e con un socio francese di cui si ricorda solo il nome di battesimo, Jean, quella che è ricordata come «la più grande società di commercio di bestiame che mai abbia avuto la nostra terra», come riporta una ricerca pubblicata dall’istituzione San Michele. Una società che acquistava bovini da tutta la Sardegna e che da Porto Torres li esportava in Francia e nei Paesi africani del Mediterraneo: un mercato redditizio e conveniente, che rese tantissimo denaro e che Salis Solinas non solo utilizzò per se stesso ma che investì a Ozieri e nel territorio.

Acquistò ampie porzioni di terreno a Mores il cui ricavato, stando ai racconti, andò a finanziare la realizzazione del notissimo campanile della chiesa parrocchiale, ancora oggi uno dei più alti d’Europa. Ma fu anche diretto benefattore, poiché lasciò al Comune di Ozieri centinaia di ettari di terreno e tantissimo denaro e fondò un ricovero di mendicità per dare sostegno alle persone indigenti. Per questi suoi doni la città decise di finanziare la realizzazione della sua tomba monumentale, che Sartorio realizzò disegnando un bellissimo angelo che veglia la croce. Andrea Salis Solinas ebbe tanto dalla sua città e glielo volle restituire. Un desiderio che può giustificare il desiderio di non staccarsi, anche dopo la morte, da Ozieri, tornando tra le colline in “incursioni notturne” che chi volle contrastare pagò con la vita.

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