La Nuova Sardegna

Sassari

Inflazione, Sassari tra le città più care d'Italia

di Giovanni Bua
Inflazione, Sassari tra le città più care d'Italia

La città guida la classifica dei rincari con un +7,7 per cento: un punto in più della media nazionale

19 giugno 2022
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SASSARI. Picchia duro l’inflazione a Sassari, anzi durissimo. Ritoccando al rialzo il record di tasso annuo di crescita, con un +7.7 per cento che non si vedeva da metà anni ’80. Quasi un punto in più del già drammatico dato nazionale diffuso dall’Istat poche ore fa: +6,8 per cento. Un numero che traina anche il dato regionale, che tocca il 7,5 per cento, il terzo peggiore in Italia dopo Trentino Alto Adige (+9) e Sicilia (+8,3).

I prezzi corrono all’impazzata insomma, come racconta il rapporto elaborato dal Servizio Statistica del settore Bilancio e Tributi del Comune, ma a preoccupare è soprattutto l’innesco dei rincari, che potrebbe causare una crisi sistemica, e far definitivamente collassare un tessuto sociale e imprenditoriale già uscito con le ossa rotte da due anni di pandemia.

L’aumento folle infatti è quello per il comparto di spese che riguarda abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che cresce di un ulteriore 0,8 per cento rispetto ad aprile e tocca un clamoroso +25,3 per cento rispetto a dodici mesi prima, trainato da un aumento dell’energia che ha già scontato gli aiuti statali e ha ripreso a correre al +34% annuo.

Questo comporta che tutti gli aumenti a cascata in realtà non solo non siano “gonfiati” ma anzi non coprano nemmeno i maggiori costi sostenuti dagli operatori. Con un peso doppio per il sistema: si svuotano le tasche delle famiglie quando vanno a fare la spesa o a un bar o in ristorante (per chi ancora se lo può permettere) e non si riempiono quelle degli imprenditori, che anzi continuano a viaggiare in profondo rosso.

I conti sono presto fatti. Complice anche l’impennata del costo dei trasporti (+2 per cento su base mensile e +13,7 annuo) a pagare dazio sono principalmente i prodotti alimentari e bevande analcoliche, che crescono dell’1,1 per cento tendenziale (mese su mese) e 10 per cento congiunturale (anno su anno) con cifre che non si vedevano almeno da un decennio. E i servizi ricettivi e di ristorazione, che ritoccano i prezzi del 1,3 per cento tendenziale e del +7,4 per cento congiunturale.

Aumenti che finiscono per deprimere i prezzi degli altri settori non “fondamentali”, che non osano crescere pur dovendo anche loro affrontare costi di esercizio maggiori. E così il macro gruppo “Ricreazione, spettacoli e cultura” in un anno cresce a Sassari solo dello 0,7 per cento, abbigliamento e calzature dello 0,4, l’istruzione addirittura cala dello 0,5.

Numeri pesanti che diventano drammatici se si prova a trasformarli in spese reali. Ci ha provato l’Unione nazionale dei consumatori, che ha parametrato i suoi conti sul dato nazionale del +6,9%, con risultati che quindi vanno ulteriormente incrementati per Sassari. Per avere un punto di partenza però, per una coppia con due figli, la stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, è pari a 2.421 euro su base annua, di cui 981 per abitazione, acqua ed elettricità, 573 euro per i trasporti, 561 per prodotti alimentari e bevande. Per una coppia con un figlio, la batosta totale è pari a 2.257 euro (984 per l’abitazione, 499 per i trasporti, 505 euro per cibo e bevande). In media, per una famiglia il rialzo annuo è di 1.924 euro, cioè 924 per l’abitazione, 367 per i trasporti, 418 euro per mangiare e bere. Se poi i figli sono più di tre, siamo alla follia: secondo l’Unc, l’aumento atteso è di 2.693 euro, di cui oltre 600 solo per mangiare.

Restando al cibo ad impennare la media dei rincari sono farine, pane fresco, carni e oli non di oliva, ma anche la semplice pasta. A farsi sentire nella produzione agricola gli aumenti spropositati dei concimi, dei mangimi e del gasolio.

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