La Nuova Sardegna

Sassari

La sentenza

I giudici di Sassari: «Coppie separate, l’assegno unico va condiviso»

di Nadia Cossu
I giudici di Sassari: «Coppie separate, l’assegno unico va condiviso»

La corte: non va destinato solo al genitore con cui i figli vivono

03 febbraio 2023
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Sassari «La maggiore permanenza dei figli (di una coppia separata ndc) presso uno dei genitori non giustifica che l’assegno unico universale (erogato dall’Inps) venga riconosciuto interamente al genitore collocatario». In caso di affidamento congiunto, va infatti diviso al 50 per cento tra madre e padre, salvo casi particolari.

È in sintesi con questa motivazione che la corte d’appello di Sassari (presidente Maria Teresa Spanu) – ribaltando quanto stabilito dal Tribunale – ha accolto il reclamo proposto da un padre e ha rigettato l’istanza della ex moglie, madre dei loro tre figli, che chiedeva il riconoscimento integrale dell’assegno universale.

Si tratta di una delle prime sentenze che a Sassari modificano in un certo qual modo la tendenza frequente a erogare l’assegno interamente a favore del genitore con cui vivono i figli. Ma alcuni giorni fa la corte d’appello, cui aveva presentato reclamo l’avvocato Sabrina Falchi per conto del suo assistito, ha dato ragione a un ex marito.

La vicenda ha inizio quando una donna chiede al Tribunale di Sassari in composizione collegiale la modifica delle condizioni economiche di divorzio e in particolare l’aumento dell’assegno di mantenimento per i tre figli e l’intera attribuzione a lei dell’assegno unico universale. Assegno che, da marzo 2022, l’Inps aveva erogato a ciascuno dei genitori al 50%.

L’ex marito si era costituito in giudizio chiedendo il rigetto di entrambe le richieste della donna. Spiegando anche i motivi: per quanto atteneva l’aumento dell’assegno di mantenimento, il più grande dei tre figli non viveva più con la madre (aveva infatti un lavoro, un suo nucleo familiare ed era perciò autonomo). Per questo il padre aveva chiesto la riduzione del pagamento da 700 euro fino ad allora destinati a tre figli, a 600 per due. Mentre per ciò che riguardava l’assegno unico chiedeva che venisse applicata la normativa vigente, che lo differenzia nettamente dal vecchio assegno familiare (che veniva corrisposto al genitore collocatario) e che lo eroga a favore di entrambi i genitori in regime di affidamento condiviso.

Accade però che il Tribunale di Sassari accoglie la richiesta della donna e condanna l’ex marito a versare 800 euro mensili per il mantenimento (quindi per tutti e tre i figli) e stabilisce che l’assegno unico venga versato interamente a favore della madre. L’avvocato Falchi a quel punto, ritenendo che di base ci fosse una grande ingiustizia, reclama il provvedimento davanti alla corte d’appello che, in sintesi, ha ribaltato quanto stabilito dal tribunale di Sassari, accogliendo integralmente il ricorso del padre. Nello specifico, in merito all’aumento dell’assegno di mantenimento è stato negato, e anzi abbassato a 600 euro solo per i due figli minori ancora conviventi con la madre; mentre per quanto riguarda l’assegno unico i giudici hanno stabilito che dovrà essere diviso al 50% tra i due genitori, in quanto vige il regime di affidamento condiviso, come stabilito dalla normativa.

La corte d’appello ha specificato che la semplice eventuale maggiore permanenza dei figli con il genitore collocatario giustifica sì il contributo al mantenimento, ma non può determinare anche l’intera attribuzione dell’assegno unico, a meno che non ci siano altre circostanze. In considerazione della novità della questione trattata, il collegio ha compensato le spese legali.


 

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