La Nuova Sardegna

Sassari

Rischio idrogeologico

Sassari, un sit-in al Fosso della Noce: «No al cemento in queste valli»

di Roberto Sanna
Sassari, un sit-in al Fosso della Noce: «No al cemento in queste valli»

La protesta del Comitato di Cappuccini contro il progetto del “canalone”

22 febbraio 2023
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Sassari Il progetto del “canalone” al Fosso della Noce per mettere in sicurezza quella zona della città ed eliminare il rischio idrogeologico non piace al comitato spontaneo che da anni si batte per tenere alta l’attenzione su quella parte della città tanto bella e anche tanto delicata. Ieri in viale Trieste, proprio dalla parte del terrapieno che porta verso la valle del Rosello, si è svolto un sit-in di protesta contro il progetto del Comune emerso nel corso di una seduta del Consiglio a dicembre. Parlare di progetto vero e proprio, in realtà, è fuorviante perché di fatto il percorso tecnico deve ancora cominciare, ma le linee guida dell’amministrazione comunale sono chiare anche se in città a più d’uno non piacciono. Tanto che lo stesso sindaco Nanni Campus, consapevole della situazione e comunque determinato ad andare avanti, ha dichiarato alla Nuova Sardegna che «questo non è certamente un progetto adatto a chi cerca il consenso».

E di consenso, ieri, se ne è visto ben poco. Anzi, praticamente nulla. «Quello che teniamo a chiarire è che non vogliamo contrapporci al Comune – ha voluto premettere l’avvocato Nicola Ribichesu, vice presidente del comitato – e specifichiamo anche che il nostro è un comitato apolitico. Questo comitato è nato nel 2018, quando si cominciò a fronteggiare i problemi di viale Trieste che era alle preso coi problemi degli smottamenti». «Questa nostra manifestazione serve per esprimere il nostro dissenso alla soluzione messa in campo dal Comune e anche la delusione per come è maturata – ha aggiunto –. Mi spiego: di un intervento in questa vallata si parla da anni, noi speravamo che questa giunta, dal 2019, preparasse una soluzione al passo coi tempi. Qui invece si parla di colate di cemento e di un cantiere enorme che danneggerebbe tutto questo delicato sistema. Per quattro anni non abbiamo visto nulla, poi si arriva a una corsa contro il tempo con la motivazione di non perdere i finanziamenti. Ho letto anch’io che il sindaco ha parlato di urgenza e di allerte ministeriali, ma la sensazione che resta è che la vera urgenza sia quella di non perdere questi cinque milioni e non mettere in sicurezza la zona». «In questa parte della città il verde è sempre stato predominante – ha concluso Ribichesu –, io la vedo come un grande parco urbano che unisce tutte le valli e accompagna la città fino alle campagne. L’intervento è troppo invasivo e in più non posso immaginare queste zone verdi devastate dai cantieri e dal continuo passaggio dei mezzi di movimento. Secondo me si possono adottare soluzioni meno pesanti di un imbuto di cemento».

Una volta concluso il sit-in di viale Trieste, l’argomento è stato poi ripreso nella sala Angioy, nel corso di un incontro organizzato dallo stesso comitato di quartiere di Cappuccini. Ultimo episodio di una contrapposizione piuttosto netta tra la scelta dell’amministrazione comunale e una parte della città. Nanni Campus sembra però avere le idee chiare: «L’intervento è stato autorizzato dal ministero e se anche non passerà al vaglio del consiglio comunale, il progetto definitivo subirà minuziosi controlli tecnici – ha più volte detto –. E da sindaco devo mettere davanti a tutto la sicurezza di questa parte della città».

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