La Nuova Sardegna

Sassari

La XXXI edizione

A Uri 10mila in festa per la sagra del carciofo, deliziose le ricette

di Franco Cuccuru

	La sagra del carciofo a Uri <em>(foto Mauro Chessa)</em>
La sagra del carciofo a Uri (foto Mauro Chessa)

Il sindaco Dettori: «La ripartenza è cominciata»

13 marzo 2023
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Uri. Aria di normalità. Voglia di ripartenza. La XXXI Sagra del carciofo di Uri è ritornata e le aspettative non hanno tradito le attese. La risposta l’ha data il grande pubblico. Dopo tre anni di stop forzato a causa della pandemia, migliaia di turisti e visitatori hanno invaso il piccolo centro situato a cavallo del Sassarese e della Riviera del Corallo per gustare i prelibati piatti a base di carciofo. Una giornata fantastica, accompagnata da un tiepido sole che accennava la primavera, con numeri da record. Durante l’intera giornata nel paese del Coros hanno transitato oltre diecimila persone, e il totale dei piatti con i tre menù a base di Carciofo Spinoso Dop realizzati dalla Pro Loco di Uri, Pro Loco di Sestu e Pro Loco di Banari, hanno superato i duemila. Piatti prelibati con gnocchetti artigianali con carciofi, purpuzza e ricotta mustia, bocconcini di maiale con carciofi, patate e finocchietto selvatico, gnocchetti al sugo di cinghiale con pancetta affumicata e carciofi, agnello con carciofi e patate, fregola con carciofi e purpuzza. Presente, come sempre, l’angolo del dolce a cura del pastificio Andarinos di Usini con seadas e frittelle. La giornata è iniziata col con la ciclo escursione, la rievocazione de S’affidu a s’antiga (l’antico matrimonio), le mostre, la musica, i gruppi folk. La Sagra del Carciofo dopo oltre trent’anni si è confermata il biglietto da visita del comune di Uri. Lo spinoso sardo Dop si è presentato all’isola per la prima volta nel comune del Coros, nel nord Sardegna, come volano per l’agricoltura isolana, produzione autoctona che nei suoi profumi e colori racconta la geografia del territorio, conferendo al prodotto un sapore unico e caratteristico. La certificazione Dop ottenuta nel 2011 attesta inequivocabilmente lo stretto legame fra prodotto e territorio. L'economia della produzione di carciofo sardo, nonostante la significativa diminuzione delle carciofaie, rappresenta una fonte di reddito importante e favorisce lo sviluppo di attività connesse, come la lavorazione, trasformazione e la commercializzazione. Uno dei simboli del Made in Italy, contribuisce a promuovere l'economia della regione nel mondo. Ma la Sagra del Carciofo organizzata dalla Pro Loco di Uri ha dimostrato in questi trent’anni di esser molto di più e ieri lo ha confermato. Un paese in festa che si fa comunità per dare il meglio di sé nell’accoglienza. Il prodotto di punta è diventato quasi secondario se rapportato alla capacità dei cittadini di aprirsi al visitatore, creare e portare avanti progettualità, gemellaggi, aspetti folkloristici e culturali. Questo è ciò che la Pro Loco ha fatto in questi anni di attività, ha reso centrale un paesino del Coros, ha segnato nel calendario dell’intera Sardegna per la seconda domenica di marzo un appuntamento fisso a Uri. “La Sagra del Carciofo, permette al nostro piccolo centro non solo di far conoscere le pietanze locali legate alla coltura del carciofo ma anche quegli aspetti identitari intrisi di simbologia, tradizione e storia – ha spiegato il sindaco di Uri Matteo Dettori – si pensi alle mostre che sono state allestite nei locali de S’Iscola Ezza ma anche agli eventi collaterali come la ciclo pedalata che ha lambito alcuni siti archeologici del territorio o la riproposizione de S’affidu a s’antiga o la vestizione dell’abito tradizionale sino alle esibizioni dei gruppi folkloristici con canti e balli. Dopo uno stop forzato di tre anni questa edizione della Sagra del carciofo ha segnato con successo la ripartenza: il nostro biglietto da visita che grazie alla perseveranza della nostra Pro Loco ha toccato la XXXI edizione. Uri anche questa volta si è confermato il paese dell’ospitalità”, ha concluso il primo cittadino.

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