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Sassari, eroina e nuove droghe: 2mila in cura al Serd

di Dario Budroni
Sassari, eroina e nuove droghe: 2mila in cura al Serd

Il servizio Asl in campo contro il boom dei casi di dipendenza. Il 40% ha meno di 24 anni. Milia: «Oggi sostanze più potenti» 

18 marzo 2023
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Sassari Sembrava roba di altri tempi, invece l’eroina non è mai andata in pensione e da qualche tempo è tornata a riprendersi la vecchia scena. E poi c’è la cocaina: ne gira tantissima e, rispetto a una volta, è diventata più accessibile pure dal punto di vista economico. Ma a preoccupare sono anche le nuove sostanze e, allo stesso tempo, la rinnovata potenza di quelle più vecchie. Uno scenario per nulla rassicurante che sta alla base del rapido aumento dei casi di dipendenza che si registra un po’ dappertutto, Sassari compresa, in particolare dopo i periodi di lockdown. Negli uffici e negli ambulatori del Serd della Asl, per esempio, ci si rende conto ogni giorno della gravità della situazione. Solo nel 2022 sono state assistite 1940 persone, di cui 195 sono nuovi pazienti. L’82 per cento è composto da uomini e il 18 da donne. Le dimissioni sono state invece 86. Preoccupa poi l’età media, considerato che il 40 per cento di coloro che si rivolgono al Serd ha meno di 24 anni. «Bisogna considerare che i dati sono ampiamente sottostimati – spiega Paolo Milia, psichiatra e responsabile del Serd della Asl di Sassari –. E questo perché molte persone non si rivolgono alle strutture. Non hanno una percezione del danno potenziale e neppure si percepiscono come dipendenti da sostanze». Soprattutto droga e alcol, ma non solo: al Serd si avverte chiaramente anche ciò che accade al di fuori dei canonici confini. «Stanno aumentando anche le dipendenze non date da sostanze illegali – dice Milia –. Penso al gioco d’azzardo patologico e anche alle dipendenze da internet. Su questi aspetti c’è ancora una discussione in termini di classificazione diagnostica vera e propria».

Vecchio e nuovo Quel che colpisce è il grande ritorno dell’eroina. «Ci siamo accorti dell’aumento generale dei casi di dipendenza – spiega Paolo Milia –. E anche del fatto che l’eroina non è mai morta. Per un periodo il fenomeno è stato in calo, adesso invece è di nuovo vivo. Registriamo poi una vera e propria esplosione della cocaina, mentre la cannabis rimane sempre prima in classifica nell’utilizzo». Sostanze che risultano ancora più pericolose rispetto al passato. È cambiata la composizione, è stata modificata la genetica. «L’industria del malaffare è estremamente efficiente – prosegue Paolo Milia –. Così oggi le sostanze hanno una particolare potenza. Agiscono in alcune zone cerebrali dove l’effetto è molto più potente e il danno ancora più robusto. Un esempio: rispetto a quando ho iniziato a lavorare, ormai diversi anni fa, sono aumentati i ricoveri di pazienti che hanno manifestazioni psicotiche, come disturbi del comportamento e del pensiero, anche allucinazioni. Sono il risultato dell’abuso o del mix delle sostanze. Ricordiamoci che anche l’alcol non è mai tramontato. C’è sempre e fa spesso da collante tra le sostanze, quando non è la sostanza principale di abuso. Da parte del ministero, spesso, arrivano informazioni sulla creazione di nuove sostanze chimicamente attive. Modificano il comportamento e, al di là del danno biologico, può capitare che, a causa di un utilizzo smodato o di una predisposizione genetica, lo scompenso psicopatologico diventi permanente e non limitato all’utilizzo».

Il servizio Il Serd di Sassari, quando venne istituito, si trovava a Latte Dolce ed era il più grande d’Italia. Adesso invece ha diversi ambulatori: in città in via Zanfarino e a San Camillo, poi anche ad Alghero e Ozieri. Non solo metadone: quello del Serd è un servizio a 360 gradi. «Qui non ci sono tempi di attesa: nel giro di pochi giorni il paziente viene avviato nel percorso – dice Milia –. L’equipe è multidisciplinare e c’è un supporto anche di tipo psicologico. Sono fondamentali i colloqui con gli educatori e gli assistenti sociali perché spesso chi ha problemi di dipendenza ha grosse difficoltà anche dal punto di vista sociale. Naturalmente, per la riabilitazione, ci interfacciamo anche con il privato-sociale, cioè con le comunità. Portiamo avanti molte più attività di quanto si pensi. Interagiamo con altre strutture, come prefettura, tribunale e carcere, e lavoriamo molto sulla prevenzione, a cominciare dalle scuole».

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