La Nuova Sardegna

Sassari

Turismo lento

Tra forni, mulini e domus de janas: il trekking in compagnia degli asini

di Dario Budroni
Tra forni, mulini e domus de janas: il trekking in compagnia degli asini

A Cargeghe la sfida di un gruppo di giovani: a spasso nella natura insieme agli animali

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Inviato a Cargeghe La camminata tra domus, cascate e antichi mulini segue il passo lento di Leopoldo, Adelaide e Caterina. Le vere star del trekking sono loro: tre asini che accompagnano gli escursionisti a scoprire cosa c’è di bello all’ombra delle imponenti pareti calcaree di Cargeghe. La novità, nel piccolo paese a una manciata di chilometri da Sassari, è di quelle che fanno bene allo spirito della comunità. Perché la nascita di una nuova attività, negli anni della grande fuga dai piccoli centri, ha tutte le carte in regola per essere accolta come una bella notizia. Fabrizio Marras, classe 1988, di professione autotrasportatore, ha infatti deciso di investire qualche risparmio nel terreno che fu dei suoi nonni. E alla fine ha creato dal nulla una associazione: si chiama Su Portale de s’Aineddu e punta tutto sul trekking someggiato. Si tratta di una delle ultime frontiere dell’outdoor e del turismo lento: si cammina infatti accompagnati dagli asini e, tra un panorama e l’altro, si impara anche a familiarizzare con gli animali.

Sfida e radici Cargeghese da generazioni, qualche tempo fa Fabrizio Marras ha cominciato a guardare con un certo interesse il terreno di famiglia che si trova esattamente sotto la via ferrata di Giorrè, in località Ortos. Ha trasformato l’antica casa dei nonni in un piccolo rifugio e poi ha dato una stalla a otto asinelli: cinque sono ancora piccoli, tre invece vanno già in escursione. «Il nostro è davvero un bel territorio – spiega Marras –. Inoltre è ricco di storia. E penso che sia importante portare le persone alla scoperta di luoghi ancora poco conosciuti. Abbiamo addirittura alcune cascate. Per quanto mi riguarda, esiste anche un legame affettivo. L’associazione ha infatti sede nel terreno che fu dei miei nonni. Oggi si crea quindi una continuità». Ad affiancare Marras in questa sua avventura è Adelina Solinas, la sua compagna. E poi c’è un giovane staff composto da Claudio Schintu, Alessia Mercurio, Manuele Muresu e Antonella Solinas. Insieme, da qualche settimana, accompagnano insieme gli escursionisti a spasso per i sentieri. I veri protagonisti, comunque, sono gli asini. «È una bella esperienza, sicuramente diversa – sottolinea Marras –. L’asino diventa un animale da passeggio e i bambini si divertono. Non capita tutti i giorni di camminare insieme a un animale di questo tipo. In passato, tra l’altro, a Cargeghe ogni famiglia aveva un asino. In qualche modo ci ricolleghiamo anche alla nostra storia».

Trekking L’escursione, adatta a tutti, è lunga poco più di cinque chilometri. Si cammina lungo i vecchi sentieri, appena puliti dall’associazione, e si fa tappa in alcuni luoghi che raccontano la storia del territorio. Come la minuscola chiesa romanica di Santa Maria di Contra. E poi i forni della calce, le domus de janas, le cascate e i ruderi di vecchi mulini. Il massimo per chi desidera passare una mezza giornata tra passato e paesaggio. Tutto questo, naturalmente, in compagnia degli asini, che possono essere portati dagli stessi escursionisti. I bambini, in alcuni tratti pianeggianti, possono addirittura cavalcarli. Infine, una volta tornati alla base, il meritato riposo davanti a una tavola ricca di salumi, formaggi e torte fatte in casa. Un tuffo nelle bellezze di Cargeghe che mette il sorriso anche ad Antonio Ruiu, il sindaco del paese che oggi conta circa 500 abitanti. «Sono felice di questa iniziativa – dice Ruiu –. Si valorizzano il territorio e il turismo lento, insieme a un animale che stava per scomparire. Inoltre, alcuni sentieri in disuso sono stati ripristinati proprio grazie a questa attività. L’auspicio è che nascano altre iniziative di questo genere. Cargeghe offre molto: abbiamo tante domus che meritano di essere visitate, ma anche una vallata ricca di mulini ad acqua, purtroppo nel tempo abbandonati. In più abbiamo una via ferrata e un altopiano da dove si può vedere anche il mare».

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