La Nuova Sardegna

Sassari

Il processo

Porto Torres, segrega la ex in auto tutta la notte: 34enne rinviato a giudizio per sequestro di persona

di Luca Fiori
Porto Torres, segrega la ex in auto tutta la notte: 34enne rinviato a giudizio per sequestro di persona

In un’altra occasione dopo un litigio l’uomo avrebbe impedito alla giovane di uscire chiudendo a chiave il portone e nascondendo le chiavi, permettendo alla ragazza di allontanarsi solo dopo tre ore

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari L’ha segregata dentro l’auto, tirandola per le braccia, impedendole di uscire dall’abitacolo e - nonostante lei lo implorasse di farla scendere - l’ha costretta a trascorrere un’intera notte «sotto sequestrato» all’interno della vettura, prima nei pressi della stazione ferroviaria di Porto Torres e poi davanti alla scuola “Brunelleschi”.

Un incubo che per una ragazza di Porto Torres è iniziato all’una del mattino e si è concluso solo all’alba del giorno successivo, quando il suo ex si è convinto finalmente a riaccompagnarla a casa. L’episodio, l’ultimo di una lunga serie di atti persecutori, di minacce e di molestie nei confronti della ragazza, ha portato al rinvio a giudizio dell’uomo, un 34enne di Porto Torres per sequestro di persona e stalking.

È stato il sostituto procuratore Ermanno Cattaneo a formulare il pesante capo d’imputazione e chiedere al giudice dell’udienza preliminare che l’uomo venisse processato. Assistito dall’avvocato Rossana Dore, il 34enne ha scelto di affrontare il processo con il rito ordinario e dopo il rinvio a giudizio dovrà presentarsi davanti al giudice del tribunale di Sassari a metà febbraio per la prima udienza.

I fatti risalgono a qualche anno fa, quando l’uomo non aveva voluto accettare la fine della relazione con la ragazza di qualche anno più giovane. La donna, che nel processo sarà assistita dall’avvocato Gavinuccia Arca, viveva in un perenne stato d’ansia, perché il 34enne con il suo comportamento le aveva reso la vita impossibile. L’uomo si sarebbe appostato «con cadenza quotidiana - si legge nel capo d’imputazione - fuori dalla casa della persona offesa, transitando con assidua frequenza con la propria auto nella strada antistante l’abitazione della donna, nonché seguendola nei suoi spostamenti».

Alla fine esasperata e spaventata, la ragazza aveva trovato il coraggio di raccontare tutto ai carabinieri e di presentare una denuncia. In un’altra occasione - oltre al sequestro all’interno della macchina durato circa sei ore - il 34enne, aveva raccontato la ragazza in caserma, le aveva tolto la libertà di movimento anche all’interno della abitazione di lui.

Dopo un litigio l’uomo le avrebbe «impedito di uscire - si legge ancora nel capo d’imputazione - chiudendo a chiave il portone e nascondendo le chiavi, permettendo alla ragazza di allontanarsi solo dopo tre ore e solo perché i genitori stavano rincasando. In un’altra occasione - scrive ancora la Procura - quando la giovane aveva già interrotto la relazione, il 34enne si sarebbe appostato nel pianerottolo dell’abitazione della donna a Porto Torres «mandandole foto del suo portone - si legge ancora tre le accuse formulate dal pubblico ministero - e del suo vano scala, dicendole che l’avrebbe aspettata lì tutta la notte per vedere con chi sarebbe arrivata, rimanendo davanti al portone dalle 22 di sera fino a mezzanotte». Quando aveva trovato finalmente la forza di dire basta, la donna si era rivolta all’avvocato Gavinuccia Arca e insieme a lei si erano recate dai carabinieri.

Primo piano
Il dramma a Latte Dolce

Tragedia davanti alla chiesa a Sassari: chi era la vittima

di Luca Fiori

Video

Sassari, donna falciata sulle strisce all'uscita dalla chiesa: le immagini dello schianto

Le nostre iniziative