La Nuova Sardegna

Sassari Era morta sull’ambulanza che la stava trasportando in ospedale per una crisi respiratoria. Il mezzo del Soccorso Sardo convenzionato con il 118 aveva avuto un incidente a Lu Bagnu e Assunta Alivia, di 91 anni, originaria di Osilo ma residente a Castelsardo, era deceduta per le conseguenze dello scontro. Per quel fatto – che risale a dicembre del 2013 – erano finiti a processo con l’accusa di omicidio colposo la donna che era alla guida della Golf contro la quale si era schiantata l’ambulanza e due volontari che per l’accusa non avrebbero «assicurato alla barella la paziente trasportata a bordo» che era deceduta “per rottura dell’aorta a seguito dello scontro”.

Dopo dieci anni di processo e la richiesta di condanna a 8 mesi del pubblico ministero è arrivata per la conducente della Golf (difesa dall’avvocato Luigi Satta) l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Oltre che di omicidio colposo doveva rispondere anche dell’aggravante di aver commesso il fatto con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale. Per gli altri due imputati (difesi dagli avvocati Pina Zappetto e Ilaria Pinna) il giudice Valentina Nuvoli ha dichiarato non doversi procedere perché il reato è prescritto. All’esito dell’istruttoria la sentenza ha dato ragione alla tesi della difesa dell’automobilista che nell’effettuare una svolta a sinistra impattò contro l’ambulanza che andava a una velocità sostenuta, come dimostrarono consulenti, testimoni e fotografie. L’urto e lo scivolamento della barella dove era stata posizionata l’anziana determinarono la morte. La formula assolutoria lascia intendere che la giudice Nuvoli abbia ritenuto che non ci fosse colpa nella condotta della guidatrice della Golf che evidentemente, nonostante la sirena e il lampeggiante in funzione, non si accorse dell’ambulanza che arrivava alle spalle – in fase di sorpasso sulla corsia sinistra – proprio nel momento in cui l’auto svoltava, a venti chilometri orari.