La Nuova Sardegna

Sassari

La sentenza

Sassari, minacce e schiaffi alla ex compagna: condannato un cinquantenne

di Nadia Cossu
Sassari, minacce e schiaffi alla ex compagna: condannato un cinquantenne

Alla donna diceva: “Stacco la testa a tuo figlio e a te ficco una forchetta negli occhi”

24 maggio 2024
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Sassari Minacce e insulti diventati non più sopportabili che avevano convinto una 44enne di Sorso a denunciare il suo ex compagno, di 50 anni. Lui non avrebbe accettato la fine della relazione e per questo – stando alle accuse contenute nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Sassari – avrebbe messo in atto una serie di comportamenti che avrebbero reso la vita impossibile alla donna.

A conclusione delle indagini l’uomo era finito a processo per minacce, maltrattamenti e lesioni e il pubblico ministero Andrea Giganti lo scorso aprile, al termine della discussione davanti al giudice Silvia Masala, aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione.

Ieri mattina l’imputato, difeso dall’avvocato Agostinangelo Marras, è stato condannato a dieci mesi. Il legale nella sua arringa aveva ridimensionato i reati contestati e al termine della camera di consiglio il giudice ha parzialmente accolto alcuni degli argomenti difensivi.

Le accuse scritte nero su bianco nel capo di imputazione erano molto gravi, in particolare le pesanti minacce rivolte alla ex compagna e al suo bambino: “La prossima volta a tuo figlio gli stacco la testa dal collo e i denti e a te ti ficco una forchetta negli occhi”, le avrebbe detto una volta prima di colpirla con uno schiaffo. Ma c’erano anche i numerosi “messaggi molesti, offensivi e minacciosi su whatsapp”, per poi andare sotto casa della 44enne “invitandola con ingiurie a incontrarsi con lui” chiamandola “tr..., putt... scendi!”. E al suo rifiuto avrebbe danneggiato il campanello della porta d’ingresso e staccato il contatore della luce.

Durante la notte, inoltre, il 50enne sarebbe andato davanti al posto di lavoro della ex, in un’abitazione a Sassari dove lei faceva assistenza a un ragazzo disabile, per il semplice gusto di disturbarla. L’avrebbe anche pedinata fino a casa “parcheggiandosi di fronte all’ingresso – è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio – e facendole dei gesti minacciosi e provocatori alla sua vista e quindi inseguendola durante i suoi spostamenti nell’abitato di Sorso e di Sassari”.

Circostanze che in sede processuale sarebbero state solo in parte confermate. Per questo, probabilmente, la pena inflitta dal giudice è stata inferiore rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero Giganti. La donna si era costituita parte civile nel processo con l’avvocato Rossella Pinna.

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