La Nuova Sardegna

Sassari

Una vita per i Candelieri

Sassari, un “Ciclone” alla Faradda: il capocandeliere dei Contadini festeggia la sua cinquantesima Discesa

di Luca Fiori
Sassari, un “Ciclone” alla Faradda: il capocandeliere dei Contadini festeggia la sua cinquantesima Discesa

Antonio Cossu, 70 anni, è stato premiato con una targa dal Comune e dall’Integremio. «Sassaresi godetevi la festa. Meno birre e basta con i cori contro Cagliari: se li sentiamo smettiamo di ballare»

13 agosto 2024
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Sassari «Quando nel 2002 ho preso l’eredità di signor Giovanni Ruiu come capocandeliere dei Contadini è stato come se mi fosse caduta una montagna addosso».

Antonio Cossu, noto Ciclone, festeggia la sua cinquantesima Faradda da protagonista, ma il ricordo di quel simbolico passaggio di consegne con “Mastro” Giovanni, da tutti conosciuto in città come “Platamona” e scomparso nel 2017 a quasi 86 anni, rimane l’emozione più forte di una vita interamente dedicata ai Candelieri.
Settant’anni compiuti ad aprile, padre sassarese da generazioni, madre nulvese, Antonio Cossu è il primo di nove figli e il suo rapporto d’amore con la Faradda è iniziato sin da quando era bambino, giocando in via Santa Elisabetta, dove è nato nel 1954, e poi tra le casette dell’Eba Giara.

Domani dalle 18, come ogni anno, Ciclone darà la carica ai portatori dei Contadini per far ballare il candeliere da piazza Castello fino a Santa Maria, ma avrà sorrisi per tutti, per la folla che invaderà il centro della città e per i portatori degli altri ceri votivi.
«Un tempo tra i vari candelieri c’era più competizione – racconta ripercorrendo a ritroso i suoi cinquant’anni di discese – ora c’è molto rispetto tra di noi. Quello che è cambiato negli ultimi anni – spiega Ciclone – è il modo di vivere la festa da parte dei sassaresi, prima forse c’erano meno gente e molto più ordine. Ultimamente scorrono fiumi di birra sin dal mattino – spiega il capocandeliere dei Contadini – e i sassaresi spesso si dimenticano che la Discesa ha soprattutto un aspetto religioso. Una cosa che proprio non sopporto – ci tiene a precisare Antonio Cossu – sono i cori contro Cagliari che ho sentito gli anni scorsi. Noi Contadini se dovessimo sentirli tireremo dritti – precisa – e non ci fermeremo a ballare, perché non condividiamo questa cosa che riteniamo stupida e offensiva. La Faradda è una festa meravigliosa, godiamocela senza rovinarla».
Raccolta la pesante eredità di Giovanni Ruiu, Antonio Cossu ha provato negli anni a mettere a disposizione dei Contadini la sua energia.

«L’ho ereditata da mio padre Nino, così come il soprannome Ciclone – spiega – e da capocandeliere ho cercato di avere un mio stile, perché imitare l’eleganza di “Mastro” Giovanni era per me impossibile. I passi li ho imparati sin da quando avevo 13 anni, portando il mini candeliere dei Massai che un tempo sfilava il 14 insieme ai grandi».
A 19 anni, finito il militare, la prima Discesa come portatore proprio dei Massai, dall’anno successivo, il 1976, la chiamata dei Contadini, dai quali non è più andato via. «Portare il candeliere è faticoso – ammette Antonio Cossu – ricordo i primi anni mi spaventò il dolore ai polpacci, a cui poi feci l’abitudine. Ma la fatica è ripagata dall’orgoglio di far parte della nostra festa che è bellissima e dall’amore che i sassaresi riescono a darti. Per strada mi riconoscono tutti – racconta con orgoglio – e quando anche i ragazzini mi salutano e mi dicono buongiorno “Signor Antò” mi fa piacere».

Lunedì sera in piazza Santa Caterina l’Intergremio e il Comune, in occasione della serata dedicata ai candelieri d’oro e d’argento e al candeliere d’oro speciale, hanno voluto premiare anche lui per le sue cinquanta discese. «È stato emozionante – spiega Antonio Cossu – e ricevere la targa ricordo davanti a tutta la mia famiglia mi ha riempito di orgoglio».

Nipote di Franscesco Mara, storica figura nulvese legata ai candelieri del paese dell’Anglona, Ciclone sogna prima o poi di poter ammirare anche la festa del paese di suo nonno. «I candelieri ce li ho nel sangue – scherza – quando lascerò la guida dei Contadini andrò a vedere anche quelli di Nulvi che forse ho visto solo da bambino. Un paragone con quelli di Sassari? È impossibile – conclude Antonio Cossu – sono due feste bellissime ma molto diverse.

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