La presidente dell’associazione Bini: «Il sacrificio di mio figlio non ha insegnato nulla, i festeggiamenti a Ozieri aggiungono vergogna al dolore»
Delia Santalucia commenta la tragedia avvenuta nel campo del quartiere San Nicola: «È sconcertante che, sedici anni dopo, un altro bambino muoia per colpa delle gravissime negligenze di chi avrebbe dovuto garantire la loro incolumità»
Sassari «Nel 2024 viene scritta un’altra pagina del libro nero degli impianti sportivi italiani». Inizia così l’intervento di Delia Santalucia, presidente della “Associazione Bini - Per la sicurezza nello sport” e madre di Alessandro Bini, il ragazzo di 14 anni che nel 2008 perse la vita tragicamente su un campo di calcio, mentre correva dietro il suo amato pallone.
«Con tutto il mio cuore di mamma che ha perso il suo Alessandro mentre giocava a pallone nel 2008, sono vicina alla famiglia del piccolo. È sconcertante che, sedici anni dopo, un altro figlio muoia per colpa delle gravissime negligenze di chi avrebbe dovuto garantire l'incolumità dei bambini». Solo qualche giorno fa si è conclusa un’altra edizione del Memorial dedicato al piccolo Bini: «Evidentemente, il sacrificio di Ale non è servito a nulla».
«Mi domando - conclude la presidente - con quale faccia siano potuti proseguire i festeggiamenti per la Beata Vergine del Rimedio: anche la Madonna era una mamma. L’ipocrisia della decisione aggiunge vergogna al dolore che tutti noi adulti in Italia dovremmo provare in questo momento».