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L’appello dei commercianti: «Le telecamere non bastano, i sassaresi tornino al centro»

di Luca Fiori
L’appello dei commercianti: «Le telecamere non bastano, i sassaresi tornino al centro»

Il previsto potenziamento della videosorveglianza piace ai negozianti. L’appello alla politica e ai cittadini: «Non lasciateci soli in questa battaglia »

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Sassari «Per evitare intrusioni notturne abbiamo dovuto proteggere la vetrata del negozio con una cancellata. Di giorno siamo costretti a fare un po’ i commercianti e un po’ i carabinieri, perché se non stiamo in guardia ci portano via la merce sotto gli occhi». Jessica Di Mascio, titolare del negozio di via Cavour “Illusione Ottica”, sa bene cosa vuol dire trovarsi davanti a un rapinatore disposto a tutto. A marzo dello scorso anno due uomini erano entrati nel suo negozio e mentre uno aveva distratto una commessa, il complice aveva preso un paio di occhiali del valore di 510 euro. Il titolare li aveva inseguiti e bloccati ma era stato minacciato con un coltello nascosto da uno dei due malviventi.

«Quello era stato l’episodio più eclatante – racconta la commerciante – ma abbiamo sentito diversi furti e sembra strano, ma ci stiamo quasi facendo l’abitudine. Il problema più grave – aggiunge – è che sta capitando sempre più spesso e in maniere sempre più aggressiva. Ben vengano le telecamere annunciate dal Comune – conclude Jessica Di Mascio – purché servano, una volta individuati gli autori dei furti, a far pagare loro i danni causati alle attività commerciali, altrimenti se dovessero servire solo per guardare chi ha spaccato le vetrine tanto vale che non le mettano».

E tra i problemi segnalati dagli esercenti della zona centrale della città c’è anche quello della scarsa illuminazione. «Qui in Largo Cavallotti – spiega Massimiliano Piras titolare di “Giada Gioielli” – qualche giorno fa abbiamo dovuto attirare l’attenzione sul problema dell’illuminazione spegnendo le nostre vetrine, per far capire all’amministrazione che una zona così importante della città non può rimanere al buio. Sicuramente l’installazione delle telecamere che ha annunciato il Comune – aggiunge il commerciante – gioverebbe al centro, ma solo le telecamere non bastano. Noi chiediamo più luce e chiediamo ai sassaresi – conclude – di ripopolare il centro e di venire a fare acquisti e in questa zona della città, perché senza le persone che passeggiano e ripopolano queste strade anche noi ci sentiamo meno al sicuro».

Stesso appello che arriva da Letizia Priore di “Thun” in Largo Cavallotti. «Finché ci sono i negozi aperti e le nostre luci accese va tutto bene – spiega la commerciante – il problema si pone quando noi spegniamo le luci e abbassiamo le serrande. La città deve vivere con i negozi aperti – aggiunge – e i negozi rimangono aperti se il cittadino ricomincia a vivere il centro, senza paure, senza timori, senza snobismo. Se i cittadini non riprendono a vivere questa zona della città – prosegue la commerciante – i negozi sono destinati a sparire, le serrande si abbassano e la delinquenza spopola. Il nostro obiettivo e la nostra speranza è che i sassaresi ritrovino il gusto di tornare in centro. Le telecamere? Ben vengano – conclude – sapere che il centro è più sicuro fa bene a tutti, anche a noi commercianti che in questa zona della città siamo in prevalenza donne».

Mario Pais è un po’ la voce fuori dal coro, ma anche la ventata di ottimismo e freschezza per la zona centrale della città. Meno di un mese fa con il fratello ha aperto una piccola rivendita di salumi e formaggi, “Fratelli Pais”, in via Brigata Sassari, proprio davanti alle Poste Centrali. «Noi siamo di Ossi – spiega il commerciante – e abbiamo scelto di stare qui perché siamo convinti che sia la zona più bella della città. Abbiamo sentito quello che è successo i giorni scorsi – aggiunge il commerciante – noi ci siamo da poco e fortunatamente non abbiamo ancora avuto alcun tipo di problema, anzi siamo molto felici di come sia stato accolta la nostra attività. Ben vengano comunque le telecamere – conclude – se la gente si sente al sicuro viene in centro molto più volentieri».

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