La Nuova Sardegna

Sassari

Tribunale

Crea un falso profilo sui social per spiare l’ex, poi lo denuncia per abusi sessuali

di Nadia Cossu
Crea un falso profilo sui social per spiare l’ex, poi lo denuncia per abusi sessuali

Un 50enne a giudizio, ma per il pm: «Va assolto»

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Sassari Per controllare l’uomo con cui condivideva lo stesso tetto – nonostante la loro relazione fosse arrivata al capolinea – aveva creato un profilo falso sui social fingendo di essere una donna che voleva adescarlo. E lui aveva corrisposto l’interesse, i due si mandavano messaggi reciprocamente e anche fotografie “intime”.

Ma a un certo punto l’uomo si era insospettito, d’altronde aveva avuto modo di conoscere in passato la gelosia della sua ex compagna e qualche segnale lo aveva evidentemente riconosciuto e allarmato. Fino a scoprire la verità, ossia che quella ragazza con la quale chattava era proprio la sua ex.

Il rapporto era degenerato definitivamente, i due avevano vissuto separati in casa per un po’: lui in una piccola stanza e lei sul divano. Nella stessa abitazione vivevano anche i figli che la donna aveva avuto da precedenti relazioni. E qui – in base alle accuse – sarebbero maturate le condotte di violenza sessuale da parte dell’uomo. Che in più occasioni – aveva denunciato la donna – nel periodo compreso tra dicembre 2021 e marzo 2022 avrebbe abusato di lei durante la notte, mentre dormiva.

Lui, un cinquantenne, era stato denunciato ai carabinieri ed era finito a giudizio per violenza sessuale ma ieri mattina il pubblico ministero Enrica Angioni, al termine della discussione davanti al collegio, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato evidenziando la mancanza di prove per arrivare a una condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”. A sollevare più di qualche perplessità sulla ricostruzione fornita dalla persona offesa, sarebbero state, per il pm, alcune incongruenze emerse durante l’istruttoria dibattimentale e anche nell’esame in aula.

La donna – reduce da due precedenti relazioni e altrettante denunce presentate contro gli ex per stalking e violenza sessuale (finite con le condanne degli imputati) – avrebbe fornito versioni contraddittorie dei fatti. Ad esempio, secondo il pubblico ministero, è anomalo che i figli della donna – che dormivano nel soppalco – non abbiano mai sentito la loro madre urlare quando l’uomo l’avrebbe violentata sul letto facendola svegliare di soprassalto. Perché, se così fosse stato, sarebbero stati quanto meno chiamati a testimoniare e invece non è accaduto.

La persona offesa aveva anche raccontato di essersi confidata con alcune amiche che sono state citate come testi in aula ma i loro racconti, su determinate circostanze in particolare, sarebbero stati confusi. L’avvocato della difesa, Patrizia Marcori, aveva a sua volta chiamato come testimoni persone che avevano riferito come la donna – quando era morta la mamma dell’imputato – si era presentata a casa della defunta e aveva abbracciato l’ex (che aveva già denunciato) invitandolo poi ad andare a casa sua per darsi una rinfrescata. In quell’occasione lei sarebbe entrata nella doccia e i due avrebbero avuto un rapporto sessuale. Circostanza che, secondo la difesa, smentirebbe il fatto che la persona offesa avesse paura dell’ex compagno.

Dopo la richiesta di assoluzione il collegio ha rinviato a fine maggio per la discussione dell’avvocato di parte civile Dario Piu e dell’avvocato difensore Patrizia Marcori.

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