Sassari, un libro racconta dopo 25 anni i “fatti di San Sebastiano”
Il cronista Pier Luigi Piredda e l’educatore Giampaolo Cassitta hanno raccolto documenti e testimonianze. “Aria Mossa” edito da “Il Maestrale” è in libreria dal 30 aprile e sarà presentato il 9 maggio a Sassari
Sassari La protesta scoppiata nel vecchio carcere di “San Sebastiano” di Sassari a fine marzo del 2000, repressa con la mattanza del 3 aprile di 25 anni fa che portò – dopo la denuncia dei familiari dei detenuti – a un’indagine della Procura della Repubblica che avrebbe riguardato novantacinque tra agenti e personale dell’amministrazione penitenziaria, è stata ricostruita in un libro scritto a quattro mani dal giornalista Pier Luigi Piredda, cronista della Nuova Sardegna, ora in pensione, e Giampaolo Cassitta, nel 2000 educatore nel carcere di Alghero.
Tutto parte da una lettera che arriva nelle mani di un penalista, di un giornalista e di una magistratura che decide di varcare quelle mura. E lì dentro si scopre un’atroce verità: una storia sbagliata, difficile da raccontare. Venticinque anni dopo, le voci di questa storia tornano a farsi sentire. C’è il giornalista che per primo ascoltò madri e mogli che urlavano domande e pretendevano risposte sui loro figli e mariti. C’è l’educatore del carcere di Alghero, che si trovò davanti, tra i carcerati, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria e diversi poliziotti. Ci sono le testimonianze delle donne, dei detenuti, degli avvocati, tutti uniti dalla volontà di spezzare il silenzio. Di voce in voce, come in un romanzo, la verità riemerge. L’aria pesante si muove, disegna un nuovo quadro che aiuta a comprendere.
Edito da Il Maestrale “Aria Mossa – Storia di una protesta e delle sue ombre nel carcere di Sassari, 3 aprile 2000” è in libreria dal 30 aprile e verrà presentato a Sassari venerdì 9 maggio alle 18.30 all’Ex Ma-ter in via Zanarino, alla presenza del sindaco di Sassari Giuseppe Mascia, del parlamentare Etttore Licheri, del direttore della Nuova Sardegna Giacomo Bedeschi, l’educatore penitenziario Paolo Bellotti con Mauro Cossiga e il collettivo Clip, coordina il giornalista Pierluigi Rubattu.