L’acqua San Martino tornerà presto nei supermercati
Sbloccate 900 pedane giacenti in azienda con la produzione che potrebbe riprendere a breve
Sassari L’acqua San Martino tornerà a giorni sugli scaffali dei supermercati grazie a circa 900 pedane stoccate in azienda sbloccate dopo aver risolto alcuni problemi burocratici che, con l’autorizzazione del giudice fallimentare verranno messe in vendita. E la produzione in azienda, ferma dal 6 aprile, potrebbe riprendere a breve.
Per quanto riguarda i circa venti lavoratori, che non percepiscono lo stipendio da marzo, c’è l’impegno formale da parte della Regione di attivare, in accordo col curatore fallimentare, le necessarie (e di norma veloci) procedure per attivare la cassa integrazione e, nel caso che non si possa retroattivamente coprire lo stipendio di aprile (quello di marzo andrà nel passivo fallimentare), di attivare il fondo di solidarietà per le imprese in crisi approvato nell’ultima finanziaria regionale, pubblicata ieri sul Buras.
Questo il succo dell’incontro di oggi, sabato 10, tra l'amministratore straordinario della Città Metropolitana Gavino Arru e l'assessora regionale al Lavoro Desirè Manca con i dipendenti dell'azienda in fallimento.
Il Tribunale di Sassari, dopo avere valutato la situazione, ha respinto la proposta di concordato preventivo ravvisando rilevanti criticità e attivato le procedure per la liquidazione giudiziale con la nomina del curatore Gianfranco Sotgiu, mentre il giudice delegato alla procedura è Giovanna Maria Mossa. E la produzione è stata sospesa. É già stata fissata la data del 16 luglio 2025 per l’esame dello stato passivo.
«Per noi la San Martino rappresenta un’eccellenza e un patrimonio del territorio – ha sottolineato Gavino Arru, alla guida della Provincia che è proprietaria dello stabilimento di Codrongianos e alla quale la società San Martino non avrebbe riconosciuto canoni d’affitto da oltre vent’anni -. Eccellenza che vogliamo preservare e dargli ulteriore sviluppo. In queste settimane è stata interrotta la vendita delle importanti giacenze in magazzino per un piccolo cavillo burocratico. Il problema é stato risolto ed è arrivata autorizzazione dal giudice fallimentare per procedere alla vendita delle giacenze. Alcuni dipendenti verranno richiamati a giorni. Per quanto riguarda la produzione abbiamo verificato insieme al curatore e i tecnici del settore Ambiente, Patrimonio e Finanziario le criticità presenti, e abbiamo individuato le soluzioni che sono affrontabili e a cui stiamo già dando esecuzione. Non so esattamente la data ma non dovremmo tardare ad attuare le misure necessarie per riprendere la produzione. Non eravate, non siete e non verrete lasciati soli».
«Come assessore al Lavoro – ha detto Desirè Manca - e in pieno accordo con la presidente Todde sono proiettata a salvaguardare tutti i posti di lavoro. San Martino riaprirà a breve, stiamo risolvendo dei piccoli problemi tecnici, e l'obiettivo è quello di far crescere l’azienda aumentando produzione e livelli occupazionali. E lunedì inizieremo le pratiche per attivare la cassa integrazione e attivare il fondo di solidarietà per le imprese in crisi approvato nell’ultima finanziaria regionale, pubblicata ieri sul Buras».
«Che la parte politica sia vicina lo sappiamo – ha detto l’avvocato Giovanni Campus che cura gli interessi dei lavoratori iscritti alla Uila Uil -. Purtroppo rimangono i problemi. Lo stipendio di marzo non e stato percepito e andrà nel passivo fallimentare. E i lavoratori non vengono pagati da tre mesi. Quelle arrivate oggi sono comunque notizie che accogliamo con soddisfazione e speranza, convinti che il patrimonio rappresentato dalla San Martino non debba essere disperso».
«Ognuno deve fare la sua parte – ha sottolineato Raffaele Masala, dipendente dell’azienda, anche a nome dei colleghi presenti in sala -. Noi siamo convinti di avere fatto la nostra parte. In ogni bottiglia c'è la faccia, il lavoro, il sacrificio di ognuno di noi e l'identità sarda che vogliamo rappresentare nel mondo». (foto Mauro Chessa)