Omicidio Sedda, c’è un arresto: ecco chi è
Un passato turbolento: nel gennaio 2021 era finito nella lente della magistratura per una rapina a mano armata
Sassari Un passato turbolento quello di Emanuele Sircana, il 20enne arrestato oggi, 4 maggio, con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di Mario Sedda. Il giovane era finito per la prima volta sotto la lente di ingrandimento della magistratura e delle forze dell’ordine per la rapina a mano armata alla sede sassarese della “Arco Spedizioni” che il 7 gennaio del 2021 aveva fruttato 16mila euro in contanti e 86mila euro in assegni.
Per la procura della Repubblica di Sassari la rapina era stata pianificata da Marco Sircana, 48 anni di Porto Torres, responsabile della sede sassarese dell’azienda di consegne di Predda Niedda, padre di Emanuele, insieme al nipote Alessio Concas, 35 anni e per il suo amico Stefano Gavino Calvia, di 34 anni, anche loro di Porto Torres.
Secondo quanto accertato durante le indagini dagli investigatori della squadra mobile, Sircana padre sarebbe stato mente, basista e organizzatore dell’assalto armato ai danni della sua azienda. Il commando - entrato in azione a volto coperto e con una pistola - sarebbe stato invece composto da suo figlio Emanuele, all’epoca 17enne. Sarebbe stata un’impellente necessità di denaro, esattamente 10mila euro «per sopperire alle proprie esigenze abitative» aveva scritto il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Grotteria nell’ordinanza di custodia cautelare, a portare il direttore della “Arco Spedizioni” Marco Sircana a progettare il colpo. Il commando era entrato in azione a tarda sera. Sarebbe stato il minorenne, secondo la ricostruzione degli inquirenti, a puntare la pistola contro l’autista del Tir.
I tre rapinatori avrebbero chiesto al dipendente della “Arco Spedizioni”, appena entrato nel piazzale della ditta, di consegnare i due telefoni che aveva con sé, quello privato e quello aziendale, dimostrando di conoscere molto bene orari, abitudini dell’autista e soprattutto il contenuto del carico. Prese cinque cassette contenenti il denaro contante e gli assegni , i tre si erano dati alla fuga. Due mesi e mezzo dopo erano scattate le manette.