La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme

Ancora fiamme a Bonorva: in cenere 50 ettari

di Daniela Deriu
Ancora fiamme a Bonorva: in cenere 50 ettari

Il rogo, di probabile origine dolosa, nella zona di Monte Cusgiaru

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Bonorva Monte Cusgiaru in fiamme. Prosegue il dramma degli incendi a Bonorva dove in poche ore le fiamme hanno divorato oltre 50 ettari di pascolo in località campestre.

È accaduto nel primo pomeriggio di oggi, martedì 15, nell’agro di Bonorva già interessato da incendi di vasta entità.

Provvidenziali, ma non sufficienti, i primi soccorsi prestati dalla compagnia barracellare e dalla protezione civile. Sul posto è stato infatti necessario l’intervento del Super Puma proveniente dalla base di Fenosu e due elicotteri leggeri che si sono uniti alle forze a terra. Entrambi i mezzi hanno attinto l’acqua dai bacini di Riu oro e Trechido.

Un evento che si ripete appena i venti sono favorevoli. Nel giugno scorso sotto assedio le località limitrofe di: Madruncula, Coronas, S'Ena, Sunigo. Allora le fiamme avevano raggiunto un'estensione di circa 800 ettari, con danni inestimabili a foraggio, grano e altre colture. Oggi i pascoli di Monte Cusgiaru dove sono presenti aziende e bestiame prontamente messi in salvo.

Si fa sempre più chiara l’idea che ad agire sia la mano di un incendiario seriale il cui progetto sia quello di devastare l’agro. Qui nella zona di Santa Lucia, che comprende l’intera area, un tempo il granaio del Meilogu, i colori del grano sono stati sostituito dal nero dei carboni spenti ed il senso di disperazione tra gli agricoltori si fa sempre più palpabile: «Abbiamo rischiato di essere divorati dalle fiamme a causa del vento», il commento Franco Deriu allevatore e proprietario di un apprezzamento raso al suolo dalle fiamme.

Dopo il conto delle perdite economiche subite, il dilemma di tutti i bonorvesi resta la messa in campo, in tempi brevi, di mezzi efficaci per prevenire e catturare gli autori. Nel frattempo proseguono gli accertamenti da parte degli inquirenti. Nessuna pista viene esclusa. 

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