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Capitaneria di porto

Mirko Orrù torna nelle vesti di comandante: «Il mare la vera porta verso il turismo»

Di Gavino Masia
Mirko Orrù torna nelle vesti di comandante: «Il mare la vera porta verso il turismo»

Ventuno anni fa aveva varcato per la prima volta i cancelli del porto turritano da giovane ufficiale

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Porto Torres Ventuno anni fa aveva varcato per la prima volta i cancelli della Capitaneria di porto turritana da giovane ufficiale. E un mese fa Mirko Orrù è ritornato nell’edificio che ospita gli uffici dell’Autorità marittima con il nuovo ruolo di comandante, animato dal desiderio di portare il suo massimo contributo a questa realtà portuale. E neanche il tempo di ambientarsi al comando del timone, che sono arrivate le prime emergenze in mare: sono affondati due pescherecci dello strascico. E la Capitaneria ha subito dovuto coordinare tutti gli interventi, sia in mare che a terra.

«In porto – spiega il comandante – ci sono tutte le componenti essenziali in caso di emergenza, come i vigili del fuoco, corpo eccezionale nel campo dei soccorsi o i settori specializzati e le società di servizio antinquinamento, oltre alla società Castalia, che ha una convenzione con il ministero dell’Ambiente per effettuare questo tipo di operazioni. Le risorse ci sono, insomma, si tratta poi di organizzarle in maniera tale che diventino efficaci». E tra i primi compiti del capitano di fregata Mirko Orrù c’è stato anche l’avvio di una interlocuzione con i servizi nautici portuali per fare una ricognizione generale sullo stato di salute delle banchine. «Certi organismi, soprattutto il gruppo degli ormeggiatori, conoscono ogni centimetro quadrato del porto e, insieme al nostro personale di servizio, ci sanno dare indicazioni su quello che può essere potenziato – spiega il comandante Orrù – Sicuramente, la situazione di partenza non è negativa, ma si può migliorare intervenendo con investimenti mirati sulla sicurezza delle banchine, delle bitte di ormeggio e delle traversie. Un arredo portuale riqualificato può infatti essere attrattivo per le compagnie di navigazione e rappresenta un investimento che crea un ritorno di sviluppo e benessere per tutto il territorio».

I maggiori frequentatori dello scalo marittimo commerciale sono i rappresentanti della piccola pesca e della pesca a strascico. «Ho trovato un ceto peschereccio ottimo e rispettoso delle regole – precisa il capitano di fregata – e anche in mare abbiamo notato il buon comportamento della flotta turritana nei confronti delle risorse ittiche». «Inoltre – continua – il porto di Porto Torres fa parte di quelle tipologie di porto incastonate all’interno della città e per questo c’è molta interfaccia con le aree comunali. La gente lo utilizza per la viabilità, per eventi, concerti e aree parcheggio. E in effetti ho notato un cambiamento rispetto a quando sono andato via, nel 2003, dalla Capitaneria: ho visto un tentativo di riconversione che guarda anche al turismo».

Il comandante, che non manca di sottolineare l’importanza dell’industria, piccola, media o grande che sia, per l’economia del territorio, evidenzia anche che Porto Torres non ha niente di meno rispetto ad altre località turistiche. «Anzi – dice – è anche più bella dato che le varie amministrazioni hanno investito tanto sulla riqualificazione del lungomare e delle aree verdi, consentendo di sfruttare la costa, fonte fondamentale per il nostro paese». Nel porto commerciale – lungo la banchina ex Teleferica – esiste un progetto per incrementare lo spazio per la nautica da diporto. «Ben venga – commenta Orrù – ma ogni progetto di questa tipologia deve rispettare i canoni di sicurezza della navigazione. Tutte le imbarcazioni oltre a un tonnellaggio, devono essere sottoposte ai controlli».

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