La Nuova Sardegna

Sassari

Il caso

Furto al Cristo Risorto, restituita al parroco parte della refurtiva

di Gavino Masia
Furto al Cristo Risorto, restituita al parroco parte della refurtiva

Il responsabile è stato ripreso dalle telecamere

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Porto Torres. C’è una prima svolta nelle indagini sul furto sacrilego nella chiesa di Cristo Risorto. I carabinieri della compagnia di Porto Torres hanno consegnato a don Michele Murgia, parroco della chiesa di Cristo Risorto, solo una parte della refurtiva che era stata rubata all’interno del l’edificio di culto. Un furto sacrilego commesso nella notte tra sabato e domenica, che però è stato interamente ripreso dall’impianto di videosorveglianza interno.

Le immagini registrate dalle telecamere sono già da qualche giorno a disposizione degli inquirenti. Che hanno avviato immediatamente le indagini e sarebbero riusciti a risalire ai colpevoli. Ieri mattina i militari hanno infatti convocato don Murgia nella c aserma di via Antonelli, per consegnare al parroco solo due degli oggetti rubati in chiesa. Ovvero le teche e i pissidi - arredo sacro a forma di coppa con coperchio e velo – ma dal malloppo sacro portato via dai ladri manca ancora il tabernacolo di bronzo. «Per individuare i colpevoli sono risultate fondamentali le immagini dell’impianto di videosorveglianza installato all’interno della chiesa – commenta don Michele Murgia -, che ha consentito agli inquirenti di poter risalire agli autori del furto. Il valore della refurtiva è praticamente nullo, in quanto la ferita è soprattutto morale perché arreca danno alla sensibilità della comunità parrocchiale e religiosa». «Mi dispiace per le famiglie coinvolte – continua il parroco – ovvero quelle dei presunti ladri, con la speranza che anche gli autori del furto si ravvedano e non provino più a compiere gesti simili».

I ladri sono entrati in chiesa attraverso una finestrella laterale della sagrestia, nella parte retrostante, e lungo il percorso avrebbero spaccato un vetro lasciando anche tracce di sangue: dall'interno sono stati portati via il tabernacolo esposto su un piedistallo, in prossimità dell'altare della chiesa e oggetti liturgici usati per custodire le ostie. Solo qualche settimana fa una serie di furti sacrileghi aveva interessato anche la chiesa dello Spirito Santo, dove erano stati rubati dei calici bagnati d’argento e gran parte del rame della porta di ingresso alla cappelletta. In quella occasione don Boniface Ba – parroco insieme a don Andrea Stara della chiesa dello Spirito Santo – aveva manifestato l’esigenza di dotare la chiesa di un controllo elettronico. Ne aveva infatti parlato con l’altro parroco della possibilità di installare delle telecamere nelle porte d’ingresso, per poter avere maggiore sicurezza in tutto il perimetro degli edifici ed evitare intrusioni notturne. Ma anche lui si era voluto rivolgere agli autori del furto con alcune parole dirette e importanti: «Portate via le cose sacre per un mero guadagno economico, che per noi hanno però grande valore affettivo e religioso».

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