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Tribunale

Operaio morto all’ecocentro di Sassari, disposta una nuova perizia

di Nadia Cossu
Operaio morto all’ecocentro di Sassari, disposta una nuova perizia

Gianuario Derudas, 43 anni, era rimasto schiacciato da un muletto. Nel giorno della sentenza per i due imputati di omicidio colposo, il giudice ha chiesto accertamenti sul macchinario

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Sassari Ieri, venerdì 21 novembre 2025, era il giorno atteso per la sentenza nel processo sulla morte di Gianuario Derudas, il 43enne deceduto il 15 ottobre del 2021 all’ecocentro di Sassari. Ma il giudice Paolo Bulla, ritenendo necessari nuovi accertamenti, ha rinviato a gennaio.

L’operaio era rimasto schiacciato dal muletto con il quale stava spostando un carico di rifiuti. Per quella tragedia sul lavoro sono a processo Enrico Besta, 76 anni residente in Lombardia, e Stefano Moro, 47 anni, di Oniferi, (entrambi difesi dall’avvocato Massimo Pellicciotta del foro di Milano) rispettivamente responsabile e delegato nell’isola di “Ambiente Italia”, la ditta per cui la vittima lavorava.

Lo scorso ottobre la pm Enrica Angioni ha chiesto per entrambi gli imputati la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. Il mezzo meccanico sul quale Gianuario Derudas stava operando quel pomeriggio, si era ribaltato nel piazzale dell’azienda. Dopo le valutazioni dei tecnici e degli investigatori la Procura aveva contestato a Besta l’omessa individuazione dei rischi “per aver messo a disposizione dei lavoratori un carrello elevatore non adeguato al luogo di lavoro, poiché impiegato in presenza di pendenze del piazzale e delle rampe, in accoppiamento a un accessorio (pinze) non idoneo a svolgere il sollevamento di carichi pendenti, oltreché priva della necessaria cintura di sicurezza”. A Moro, invece, era stata contestata l’omessa vigilanza sul corretto uso dei macchinari.

Il difensore Pellicciotta nella sua discussione ha evidenziato la serietà di quella azienda «per la quale la vita di un lavoratore ha priorità assoluta. Non è detto che quando accade un fatto drammatico ci sia necessariamente una responsabilità del datore di lavoro». E ritenendo che i suoi assistiti non abbiano avuto alcuna colpa per la morte di Derudas ne ha chiesto l’assoluzione sottolineando anche come un dipendente debba «contribuire con il suo comportamento a evitare eventi nefasti».

Quello stesso giorno la pm ha sostenuto che il manuale tecnico non consentiva l’utilizzo del muletto su pendenze superiori al 15 % mentre nel caso specifico la pendenza sarebbe stata del 21%. E proprio su questo aspetto il giudice ritiene che il processo non abbia fornito la necessaria chiarezza. E ha quindi deciso di affidare a un ingegnere una perizia sul muletto per l’impiego su pendenze del 21%.

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