Anziana morta nella casa di riposo, chiesta la condanna della titolare
Un’82enne era deceduta dopo una caduta, la Procura sollecita 5 anni di reclusione per la responsabile della “Noli me tollere” di Sorso
Sassari Cinque anni di reclusione per quella tragedia che si era verificata a giugno del 2020 quando Rosalba Scognamiglio, 82 anni, originaria di Napoli ma residente a Sorso da sempre, era morta in seguito a un caduta all’interno della casa di riposo “Noli me Tollere”, in cui era ospite.
Oggi, al termine della requisitoria, il pubblico ministero Enrica Angioni ha chiesto la condanna di Maria Franca Lupino, 58 anni, amministratrice della struttura per anziani finita nella bufera nel 2023 dopo l’inchiesta dei Nas che aveva portato al sequestro della residenza e alla sospensione per un anno proprio della Lupino e di una sua collaboratrice.
All’imputata – rinviata a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Grotteria – era contestato il reato previsto dall’articolo 586 del codice penale, ossia “morte come conseguenza di altro delitto”. Il processo si sta celebrando davanti al giudice monocratico Silvia Masala.
Secondo le accuse della Procura della Repubblica di Sassari, la responsabile della casa per anziani «a fronte di un quadro di decadimento cognitivo importante della 82enne – si legge nel capo d’imputazione – con conseguente disorientamento spazio-temporale, oltre ad altre patologie, quali l’insufficienza statico-dinamica, compromettente l’equilibrio, e in presenza di riscontrati atti di autolesionismo» avrebbe omesso di adottare dei comportamenti che avrebbero potuto scongiurare la tragedia. Secondo la perizia medico legale affidata dal sostituto procuratore Enrica Angioni al perito Francesco Serra, la responsabile della casa di riposo di Sorso, difesa dall’avvocato Gian Mario Fois, non avrebbe «attuato e predisposto un monitoraggio costante, necessario per neutralizzare le situazioni di pericolo per l’incolumità della persona – è scritto sempre nel capo d’imputazione – ovvero omettendo di richiedere il ricovero presso una residenza sanitaria assistenziale».
Secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, a cui vennero affidate le indagini da parte della magistratura, Rosalba Scognamiglio, sarebbe morta a causa di un profondo trauma cranico dovuto a una caduta e al ritardo nei soccorsi. Il figlio dell’anziana deceduta si è costituito parte civile nel procedimento con l’avvocato Marco Manca.
Durante gli accertamenti, prima da parte dei carabinieri del Nas e poi nel corso della perizia medico legale, era emerso che inizialmente nessuno si era reso conto che la 82enne avesse riportato un trauma, «omettendo – è l’accusa – di richiedere tempestivamente l’intervento dei mezzi e del personale di soccorso e in particolare del 118». Rosalba Scognamiglio era morta per una “encefalopatia traumatica acuta, con ematoma subdurale ed edema celebrale”.
Nell’udienza di oggi hanno discusso anche il legale di parte civile Marco Manca, che si è associato alle richieste della pm e ha chiesto una provvisionale di 20mila euro, e l’avvocato difensore Fois che, evidenziando e argomentando l’assenza di responsabilità a carico della sua assistita, ne ha chiesto l’assoluzione. Al termine della discussione il giudice Masala ha rinviato al 16 gennaio per eventuali repliche e per la sentenza.
