Inceneritore a Truncu Reale, la Regione ha deciso: ecco cosa succederà
Il progetto vale 72 milioni di euro e prevede il trattamento di 35mila tonnellate di rifiuti all’anno
Sassari Non è una bocciatura, ma è un bello stop. Di quelli che rischiano di mandare in soffitta per sempre un progetto, a giudicare dal lungo elenco di prescrizioni, perplessità e contestazioni che compone la delibera. Si tratta dell’atto con cui la giunta regionale, su proposta dell’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi, ha deciso di sottoporre a Valutazione d’impatto ambientale il piano da 72 milioni per la realizzazione di un termovalorizzatore nella zona industriale di Truncu Reale. Una iniziativa privata, presentata dalla Sardinia Ambiens, srl olbiese amministrata da Giuseppe Caddeo. In altre parole, la proposta d’intervento dovrà passare al vaglio scrupoloso degli uffici ambientali della Regione, che dovranno tener conto dei pareri presentati da una lunga serie di enti pubblici.
Il progetto Settantadue milioni di euro di investimento, una ricaduta occupazionale stimata dai progettisti in 150 dipendenti e oltre 35mila tonnellate di rifiuti che potrebbero venir trattate ogni anno e utilizzate anche per la produzione energetica di oltre 6 megawatt. Lo stabilimento sarebbe in grado di incenerire 98 tonnellate di rifiuti al giorno, per una capienza annua di 35mila tonnellate. Un impianto di piccola taglia, rispetto al termovalorizzatore di Macchiareddu (Assemini) del Tecnocasic che ha una capacità annua di 150mila tonnellate. E anche rispetto a quello di Tossilo (Macomer), che dopo anni di attesa ha iniziato le attività a maggio e, se mai arriverà alla capacità completa, dovrebbe essere in grado di smaltire 60mila tonnellate l’anno. Ma comunque un intervento dall’impatto ambientale tutt’altro che trascurabile. Anzi, per la Regione, abbastanza rilevante da rendere necessarie le procedure approfondite della cosiddetta Via.
Le perplessità La Regione avrebbe potuto decidere di autorizzare il progetto, magari con una serie di prescrizioni, ma la scelta è stata invece quella di sottoporlo a Valutazione d’impatto ambientale per via di una serie di perplessità manifestate dagli enti coinvolti nella valutazione preliminare. Una delle richieste è che il progetto escluda la possibilità di trattare i rifiuti solidi urbani della frazione secca. Come sottolineato dal servizio regionale Tutela dell’atmosfera e del territorio «il fabbisogno di trattamento termico dei rifiuti urbani in Sardegna è già integralmente soddisfatto dagli impianti esistenti di Tossilo e Macchiareddu». Gli unici nuovi inceneritori ammessi sono quelli che trattano rifiuti speciali non trattati nei due impianti esistenti. Ma, si legge fra le contestazioni mosse anche dal Comune di Sassari, il progetto presentato non esclude chiaramente il trattamento di rifiuti urbani.
Un altro aspetto problematico è stato sottolineato dai tecnici della Città Metropolitana ed è relativo alla tecnologia di funzionamento dell’impianto, che non è quella dell’incenerimento tradizionale. Il processo produttivo scelto dalla Sardinia Ambiens è quello della “termo ossidazione”. Per i progettisti, si tratta di una tecnologia innovativa nel settore dello smaltimento rifiuti che viene utilizzata in impianti «ad elevata compatibilità ambientale». Il processo di incenerimento non è dunque quello tradizionale, con la combustione che avviene nei forni come a Macchiareddu, ma una “conversione termochimica” che avviene all’interno di una serie di celle. La Città metropolitana ha sottolineato che si tratta di una tecnologia innovativa e che «si è a conoscenza, nel territorio italiano, solo di impianti di tipo sperimentale». La stessa assessora ha sottolineato nella sua relazione che la termo ossidazione non risulta essere mai stata sperimentata su impianti di taglia industriale «in particolare per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi».
C’è poi tutta una serie di altre contestazioni tecniche. Fra i punti sottolineati nella relazione dei tecnici regionali non mancano riferimenti all’assenza di previsione di sistemi di trattamento delle emissioni gassose, di abbattimento degli odori o di pre-trattamento dei rifiuti. Inoltre, la richiesta degli uffici è quella di effettuare una analisi costi-benefici che dimostri l'utilità pubblica e la sostenibilità economica e ambientale dell'intervento. Tutti aspetti che finiranno al centro della Valutazione d’impatto ambientale. Impossibile prevedere i tempi della decisione, ma potrebbero essere molto lunghi.
