La Nuova Sardegna

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La strategia

Giuseppe Mascia: «Ecco come rinasce la Città Metropolitana di Sassari»

di Giovanni Bua
Giuseppe Mascia: «Ecco come rinasce la Città Metropolitana di Sassari»

Tutti i punti delle linee programmatiche illustrate al consiglio del nuovo ente

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Sassari Una rete di servizi più vicini ai cittadini, interventi mirati contro lo spopolamento, un piano strategico metropolitano costruito con i 66 comuni dell’area vasta e un modello di sviluppo che tenga insieme infrastrutture, scuola, ambiente, digitale e coesione sociale.

Sono alcuni dei punti cardine delle linee programmatiche 2025-2029 illustrate ieri pomeriggio dal sindaco metropolitano Giuseppe Mascia al Consiglio metropolitano, che le discuterà e voterà nella prossima seduta. Al centro ci sono azioni concrete: rilancio della sanità territoriale, rafforzamento dei servizi essenziali nei piccoli centri, tutela delle aree naturali e riduzione del divario digitale.

E una posizione netta sull’istruzione: «Il dimensionamento scolastico non ha ragione di essere: abbiamo i numeri in ordine e nulla da tagliare».

Regia unica La Città Metropolitana vuole diventare la cabina di regia della programmazione territoriale, mettendo in rete competenze e progetti. Mascia rilancia l’idea di un «Piano strategico metropolitano capace di indicare le linee dello sviluppo dei prossimi anni», costruito insieme ai comuni maggiori, chiamati a trainare servizi e innovazione, e ai piccoli centri, considerati presidi fondamentali contro lo spopolamento. L’obiettivo è creare un sistema unico, capace di valorizzare risorse, capitale umano e servizi condivisi, superando frammentazioni e localismi.

Economia e lavoro La crisi industriale ha lasciato ferite profonde, ma il territorio – sostiene Mascia – può ripartire da cooperazione, reti di imprese e innovazione. Le linee programmatiche puntano alla creazione di consorzi e partenariati fra piccole e medie imprese, con particolare attenzione alla transizione digitale e ai nuovi mercati. Sostenibilità ed economia circolare diventano parole chiave: processi produttivi meno energivori, filiere locali più robuste, valorizzazione delle competenze e delle nuove professioni legate all’innovazione tecnologica.

Identità e cultura Il patrimonio archeologico, i siti Unesco, i borghi e le tradizioni locali vengono indicati come un asse strategico. «Dobbiamo superare la logica dei campanili e costruire politiche culturali integrate, capaci di unire promozione, tutela e sviluppo. Turismo culturale e lento, valorizzazione delle comunità rurali, eventi coordinati: la sfida è aumentare l’attrattività dei territori più fragili e creare nuove opportunità di lavoro».

Connessioni e digitale Il divario nella connettività resta marcato, soprattutto nelle zone periferiche. Mascia indica la transizione digitale come una priorità assoluta: colmare le disomogeneità infrastrutturali, potenziare i servizi online, accompagnare i comuni più piccoli nella modernizzazione degli uffici pubblici. «Vogliamo coordinare progetti e strumenti, puntando su intelligenza artificiale, cybersicurezza e formazione del personale, con l’obiettivo di garantire pari accesso ai diritti digitali».

Prossimità e diritti Sanità territoriale e servizi essenziali restano il fronte più critico, soprattutto per anziani, fragili e residenti nei comuni lontani dai centri. Le linee programmatiche indicano la creazione di una rete di servizi minimi omogenei: cure di prossimità, sportelli integrati socio-sanitari, centri di comunità, assistenza alle famiglie. Centrale il ruolo del terzo settore e della medicina territoriale. Particolare attenzione è riservata a due poli sensibili: anziani, sempre più numerosi e bisognosi di supporto, e giovani, spesso privi di spazi, opportunità e orientamento.

Sicurezza e rigenerazione La sicurezza è intesa in senso ampio: qualità degli spazi pubblici, inclusione sociale, prevenzione. Mascia parla di rigenerazione urbana come strumento per riportare funzioni e servizi in aree degradate, attraverso il riuso di immobili e spazi abbandonati. Scuole, associazioni e terzo settore diventano partner centrali in percorsi di integrazione e educazione civica.

Scuola e giovani Le infrastrutture scolastiche devono essere messe in sicurezza e adeguate a nuove esigenze. Crescono gli studenti con disabilità e le richieste di assistenza specialistica superano spesso le risorse disponibili: un nodo che la Città Metropolitana considera urgente.

Per contrastare abbandono e disaffezione, si punta su spazi di ascolto, osservatori permanenti e un collegamento più stretto con l’Università. L’obiettivo è trattenere i giovani offrendo nuove professionalità digitali e percorsi di studio legati al tessuto produttivo locale.

Sul dimensionamento la posizione è netta: «No a qualsiasi ipotesi di tagli: non ci sono le condizioni per ridurre classi o istituti».

Ambiente e transizione Tutela degli habitat, parchi, aree marine protette e biodiversità. Secondo Mascia, il modello di sviluppo deve partire da qui. Tre i nodi più urgenti: gestione dell’acqua, con reti segnate da dispersioni e un clima sempre più secco; governance delle rinnovabili per evitare consumo irrazionale di suolo; pianificazione dei rifiuti per superare la saturazione degli impianti. E bonifiche industriali, indispensabili per restituire valore e sicurezza a vaste aree compromesse.

Mobilità e coesione La vastità del territorio e la dispersione demografica rendono complessa la gestione del trasporto pubblico. La strada: mobilità integrata, collegamenti più efficienti tra reti regionali, porti e aeroporti, creazione di hub intermodali, sicurezza sulle strade e riduzione dei divari tra le diverse zone. Il potenziamento del treno e la sua elettrificazione diventano un obiettivo strategico.

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