A Castelsardo chiudono le edicole, allarme dei residenti: «Non è giusto, è un servizio fondamentale»
Verso lo stop la rivendita di piazza Pianedda e quella nella frazione di Lu Bagnu. Cittadini preoccupati, la sindaca Lucia Tirotto assicura: «Il Comune aiuterà chi vorrà investire»
inviato a Castelsardo
Castelsardo La cittadina si sveglia con calma, è sabato mattina. All’ombra della rocca dei Doria, le giostrine cominciano a girare lentamente verso le dieci, con i bimbi più mattinieri. Intanto i commercianti aprono i battenti delle casette in legno del mercatino natalizio e iniziano ad allestire l’esposizione, mentre qualche anziano si è portato la sedia in piazza Pianedda e si gode il sole. Mentre Castelsardo inizia a vivere il sabato mattina, c’è un luogo dove il viavai è cominciato presto e non si è ancora fermato: l’edicola, l’unica della cittadina. C’è chi compra La Nuova, chi una rivista. Stesse scene a Lu Bagnu, la frazione sul mare che d’inverno conta poche centinaia di abitanti, dove l’edicola è anche un negozio di prodotti per la casa e l’igiene. Eppure, il primo gennaio 2026, la città che si contende con Alghero il merito di aver inventato il Capodanno in Sardegna, rischia di svegliarsi con una brutta notizia, scoprendo di non avere più un’edicola. Quella di piazza Pianedda chiuderà sicuramente, mentre a Lu Bagnu, dove resterà attiva solo la rivendita di quotidiani al Bar da Bore all’inizio del paese, c’è ancora qualche speranza, ma la smobilitazione è in atto. Così, 6mila abitanti che d’estate possono diventare anche 20mila, dovranno fare i salti mortali per leggersi un quotidiano o anche solo acquistare una rivista enigmistica.
«Penso che sarà imbarazzante dover rispondere, a un turista che mi chiede dov’è l’edicola, che a Castelsardo non c’è più» commenta amaramente Gian Mauro Cirotto, decano dei commercianti castellanesi («59 anni di carriera»), fra i souvenir del Vecchio Mercato. E aggiunge: «Spero che ci sia qualche imprenditore che provi a dare continuazione a questo servizio nell’interesse della comunità». Nella piazza, tre giovani amiche chiacchierano mentre i figli giocano ad acchiapparello, sono Lorenza, Giorgia e Dajana: «Ci dispiace tanto, sia per Castelsardo che per Lu Bagnu e speriamo che non succeda, perché le edicole sono punti di riferimento per noi cittadini». Concetti che vengono ribaditi da Lodovica Cimino: «In edicola ci vai per qualsiasi necessità: è comoda. Le figurine per i nipotini, il materiale scolastico, i biglietti del pullman. Io ci compro i blocchetti per le ricevute del bed and breakfast, adesso mi toccherà andare a Valledoria?». Gianni Pinna e Franco Meloni chiacchierano dietro le giostrine: «Li capisco bene, anche io ho chiuso la mia attività» spiega Meloni, che vendeva specialità sarde. Il problema, spiegano, è che con l’aumento dei costi, i guadagni estivi non bastano più a superare l’inverno. Castelsardo è una delle capitali turistiche del Nord-ovest e il centro è costellato di ristoranti, locali e negozi per i turisti: «Va bene, ma anche noi abbiamo castellanesi bisogno di certi servizi» dicono due signore. Turismo vuol dire profitti, ma anche affitti più alti, l’equazione ormai è sdoganata. E così tenere in piedi un’attività diventa sempre più costoso. «Il giornale? Lo compro ogni mattina, è un rito insostituibile: non so come farò» dice Leonardo Santoni che prende il sole in piazza Pianedda. Insieme a lui c’è Antonio Maria Cannas: «Sarà un grande disagio per tutti i castellanesi e per i turisti» aggiunge. Il rischio che il centro si ritrovi nel nuovo anno senza un’edicola preoccupa anche l’amministrazione comunale: «Certamente sarebbe una perdita per tutta la comunità, parliamo di servizi fondamentali» commenta la sindaca Maria Lucia Tirotto. Che aggiunge: «Tocca ai privati investire, ma il Comune farà la sua parte per stimolare e sostenere chi vorrà farlo».
